La Luna: un habitat permanente per l’uomo
Franco Malerba, il primo astronauta italiano, ha volato sullo Space Shuttle quando questo era all’avanguardia della tecnologia spaziale. Oggi, continua a guardare al futuro dell’esplorazione spaziale, concentrandosi sulle future missioni di astronauti sulla Luna e sulla creazione di habitat permanenti.
“Da qualche anno tutte le agenzie spaziali occidentali, dalla Nasa all’Agenzia Spaziale Europea alla canadese Csa, hanno preso l’impegno collettivo di tornare alla Luna per restare, ossia per stabilire un habitat permanente in cui gli astronauti possano lavorare per lunghi periodi”, afferma Malerba all’ANSA.
Malerba sottolinea l’importanza di creare un ambiente nuovo e complesso, dove la presenza di una serra diventa indispensabile per la sopravvivenza degli astronauti a grande distanza dalla Terra.
L’importanza delle serre spaziali
“La distanza fra la Luna e la Terra è mille volte maggiore rispetto a quella fra la Stazione Spaziale Internazionale e il nostro pianeta: è chiaro che converrà produrre sul posto”, spiega Malerba. Questo vale per i pezzi di ricambio, che potranno essere stampati in 3D, e per verdure e ortaggi.
“Quanto sia importante avere a disposizione riserve di vitamine lo abbiamo imparato ai tempi dei viaggi dei grandi esploratori dei secoli scorsi. Per questo le serre sono indispensabili per la sopravvivenza nelle missioni a grande distanza dalla Terra o nelle lunghe permanenze in orbita”, aggiunge.
Malerba evidenzia anche il potenziale di ricadute positive per l’agricoltura terrestre. Le piante coltivate nello spazio, esposte a un ambiente estremo e ai raggi cosmici, potrebbero evolversi in modo diverso, offrendo vantaggi in termini di consumo di acqua, resistenza e modificazione dell’espressione genica per usi farmaceutici.
La serra verticale di Space V
Le serre spaziali sono già utilizzate da tempo, come dimostra la serra della Stazione Spaziale Internazionale che ha fornito il primo raccolto di insalata fresca. Ma ora è il momento di fare un passo avanti.
La serra verticale di Space V si adatta a diverse altezze, seguendo la crescita delle piante e ottimizzando l’utilizzo dello spazio. Questo sistema è stato apprezzato dall’Agenzia Spaziale Italiana, che sta collaborando con Malerba per passare dal prototipo terrestre esposto allo Iac 2024 a una versione spaziale più leggera.
La firma del contratto è prevista prima di Natale, seguita dallo studio di fattibilità e, si spera, dall’inizio della fase di sviluppo entro la fine del 2025. Il prototipo sarà inizialmente adattato alla Stazione Spaziale Internazionale, poi alle stazioni commerciali e infine al modulo Mph (Multi Purpose Habitation) dell’Asi per la futura base sulla Luna.
Un futuro di coltivazioni spaziali
L’idea di coltivare cibo nello spazio è affascinante e promette di essere fondamentale per la colonizzazione di altri pianeti. Il progetto di Malerba, con la sua serra verticale, rappresenta un passo avanti significativo in questa direzione. La possibilità di ottenere alimenti freschi e vitamine nello spazio potrebbe aprire nuove frontiere per l’esplorazione spaziale e la vita al di fuori della Terra.