Una famiglia in bilico tra amore e odio
Il Teatro Carignano di Torino ha inaugurato la stagione 2024/2025 con uno spettacolo che promette di emozionare il pubblico: “Cose che so essere vere”, una tragicommedia di Andrew Bovell, drammaturgo australiano, che esplora le complesse dinamiche di una famiglia. La pièce, in scena fino al 27 ottobre prima di partire per una lunga tournee, è diretta da Valerio Binasco, che interpreta il ruolo principale accanto a Giuliana De Sio e ai giovani attori Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano e Stefania Medri.
Il testo, tradotto da Micol Jalla, si addentra in un ritratto realistico e profondo di una famiglia tradizionale, dove l’amore si intreccia con l’odio, la felicità con l’infelicità, e le verità nascoste emergono gradualmente. I quattro fratelli lottano per definire la propria identità al di là delle aspettative dei genitori, in un vortice di emozioni che coinvolge lo spettatore in un viaggio introspettivo.
Un viaggio nel tempo e nelle emozioni
La narrazione, caratterizzata da un registro quotidiano e apparentemente banale, si sviluppa in modo non convenzionale. Binasco spiega che il testo “comincia dalla fine”, con una telefonata che annuncia una sventura, una morte, per poi ripercorrere il passato attraverso una serie di flashback. Questa tecnica, tipica del cinema, crea una suspance iniziale che cattura l’attenzione dello spettatore.
Lo spettacolo si snoda come un viaggio nel tempo, scandito dal susseguirsi delle stagioni, svelando gradualmente le verità nascoste dietro l’apparente serenità della famiglia. La protagonista, Rosie, inizia affermando “queste sono le cose che so essere vere”, ma alla fine del suo percorso di scoperta, ammette: “no, quello che credevo di sapere essere vero non vale più, devo cancellare anche quelle due cose in croce che nel mio taccuino avevo scritto di sapere essere vere”.
Un’interpretazione di grande spessore
Le interpretazioni degli attori sono un punto di forza dello spettacolo. Binasco e De Sio, con la loro esperienza e la loro maestria, danno vita a personaggi complessi e autentici, incarnando i sentimenti contrastanti che caratterizzano la famiglia. I giovani attori, a loro volta, offrono interpretazioni di grande spessore, contribuendo a creare un’atmosfera realistica e coinvolgente.
Lo spettacolo si distingue per la sua capacità di toccare le corde emotive del pubblico, di far riflettere sulle relazioni familiari e sui complessi meccanismi che le regolano. “Cose che so essere vere” è un’opera che invita lo spettatore a confrontarsi con le proprie esperienze, a interrogarsi sulle proprie verità e a riscoprire il valore delle relazioni umane.
Riflessioni sulla famiglia e la verità
‘Cose che so essere vere’ è un’opera che ci invita a riflettere sulla complessità della famiglia e sulla natura mutevole della verità. La trama, che si sviluppa attraverso flashback e rivelazioni graduali, ci mostra come le nostre percezioni del passato e del presente possano essere soggette a continui cambiamenti. La ricerca della verità, in questo contesto, non è un processo lineare, ma un viaggio introspettivo che ci porta a ridefinire le nostre convinzioni e a confrontarci con la fragilità delle nostre certezze.