L’appello di Agata e la risposta di Abodi
La Festa della Salute Icare a Viareggio (Lucca) è stata teatro di un toccante appello lanciato da Agata, una bambina di 9 anni affetta da atrofia muscolare spinale (Sma). Con coraggio e determinazione, Agata ha rivolto un appello al mondo della politica, denunciando le barriere architettoniche che le impediscono di vivere appieno la vita, il mare e lo sport. “Quando vado fuori con la mamma incontro tanti scalini, e lei deve chiedere spesso aiuto: vorrei che venissero eliminati. E poi non posso raggiungere ovunque il mare, perché ci sono delle difficoltà, invece mi piace andare sulla spiaggia e fare il bagno. Mi piace l’acqua e mi piace nuotare”, ha detto Agata.
Le parole di Agata hanno toccato il cuore del ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha risposto con un messaggio di speranza e di impegno concreto. “Credo che noi politici abbiamo il compito di prenderci delle responsabilità, senza spacciare illusioni. Agata merita una risposta. Ciò che abbiamo visto nelle due settimane di paralimpiadi, non credo che si possa limitare all’emozione e al risultato del gesto sportivo: siamo sicuramente orgogliosi delle 71 medaglie che abbiamo vinto, e siamo tra i primissimi Paesi al mondo. Stiamo migliorando ma possiamo ancora fare di più. Lo sport, per definizione, è inclusione ma, a mio avviso, è anche coesione sociale: due elementi, questi, che devono necessariamente coesistere, con un impegno costante e multidisciplinare. I nostri impianti non sono sempre accessibili, le nostre scuole non sono sempre accessibili”, ha dichiarato Abodi.
Il ministro ha ribadito la necessità di un impegno concreto per l’accessibilità, promettendo di lavorare affinché Agata e tutte le persone con disabilità possano vivere il mare e lo sport in modo pieno: “Non so quanto tempo ci vorrà ma voglio che Agata torni a casa almeno con la speranza e la fiducia che noi ci impegneremo per consentirle di entrare in un impianto sportivo, di poter fare un tuffo nel mare: stiamo perseguendo questo obiettivo collaborando tutti insieme. Stiamo lavorando per Agata e le molte Agata che ci sono in Italia affinché possano vivere bene o, comunque, meglio. E ti prometto, piccola Agata, che presto ci tufferemo insieme”.
L’importanza dell’inclusione e l’appello di Michela Aruni Biolcati
Il messaggio di Abodi è stato accolto con favore dalla nuotatrice paralimpica Michela Aruni Biolcati, che rappresenterà l’Italia ai prossimi mondiali. Biolcati ha sottolineato come “nel nostro Paese bisogna ancora lavorare molto sulla accessibilità delle strutture e sulla formazione”.
L’appello di Agata è stato raccolto anche dal viceministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti, che hanno partecipato all’iniziativa viareggina.
L’episodio di Agata e la risposta di Abodi mettono in luce l’importanza di un’inclusione reale nello sport, che non si limiti a parole ma si traduca in azioni concrete per garantire a tutti la possibilità di praticare sport e di vivere il mare in modo pieno. Il messaggio di speranza di Abodi e l’impegno del governo per l’accessibilità rappresentano un passo importante in questa direzione.
Verso un futuro inclusivo
L’appello di Agata è un monito per tutti noi. L’inclusione nello sport non è solo un valore morale, ma un diritto fondamentale. Le parole di Abodi, se accompagnate da azioni concrete, possono davvero aprire la strada a un futuro più inclusivo, in cui lo sport possa essere accessibile a tutti, senza distinzioni. La sfida è grande, ma con un impegno costante e collaborativo, possiamo costruire un mondo in cui lo sport sia davvero per tutti.