Un appello per la chiusura del CPR di Ponte Galeria
Un gruppo di circa quaranta professori universitari, tra cui esperti di diritto e medicina, ha presentato un’istanza al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con la richiesta di chiusura immediata del Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Ponte Galeria. L’istanza, firmata da un’ampia rappresentanza del mondo accademico, punta il dito contro le condizioni di detenzione e le violazioni dei diritti umani che si verificherebbero all’interno della struttura. Il documento, che ha come primo firmatario Mauro Palma, ex Garante delle persone private della liberà e oggi presidente del centro di ricerca ‘Diritto penitenziario e Costituzione – European Penological Center’ dell’Università Roma Tre, sottolinea come la presenza del CPR sia gravemente lesiva dell’identità e dell’immagine della Città di Roma, nonché della comunità dei suoi abitanti.
L’istanza evidenzia l’assenza di norme per la tutela dei diritti delle persone trattenute, le condizioni precarie della struttura, l’alto livello di degrado e le tragiche morti che si sono verificate all’interno del CPR. Si sottolinea anche come le modalità di gestione del centro minino profondamente i valori su cui Roma si fonda, come sancito dallo Statuto della Città. In particolare, l’esistenza del CPR e la sua funzione privativa della libertà senza alcuna prospettiva positiva è considerata dai firmatari incompatibile con i principi di accoglienza, solidarietà e di tutela dei diritti umani di cui la città è portatrice.
“L’esistenza del Centro, con la sua funzione privativa della libertà senza alcuna prospettiva positiva, è incompatibile con i principi di accoglienza, solidarietà e di tutela dei diritti umani di cui la città è portatrice”, si legge nell’istanza. “Le condizioni precarie in cui si trova la struttura, l’alto livello di degrado, le tragiche morti che in essa sono avvenute e le modalità di gestione minano profondamente i valori su cui Roma si fonda, come sancito dallo Statuto della Città.”
L’istanza sollecita il sindaco di Roma a chiedere al ministero dell’Interno di disporre la chiusura del CPR di Roma Ponte Galeria e di prevedere forme risarcitorie della comunità territoriale per il danno da lesione dell’immagine e dell’identità cittadina che tale presenza le ha arrecato. I sottoscrittori confidano che il sindaco di Roma accoglierà l’istanza; tuttavia, in caso di inerzia sono pronti a depositare l’azione popolare in Tribunale, come già avvenuto – e con successo – a Bari.
La battaglia legale per i diritti umani
L’istanza dei professori universitari rappresenta un’ulteriore voce che si aggiunge al coro di critiche che si sono levate negli ultimi anni contro i CPR in Italia. Le condizioni di detenzione all’interno di questi centri sono state oggetto di numerose denunce da parte di organizzazioni non governative, attivisti per i diritti umani e istituzioni internazionali.
Le critiche si concentrano principalmente sulle condizioni di vita all’interno dei CPR, che sono spesso descritte come inadeguate e insalubri. Si segnalano problemi di sovraffollamento, scarsa igiene, mancanza di assistenza medica adeguata e scarsa possibilità di accesso all’assistenza legale.
Inoltre, si contesta la mancanza di una prospettiva positiva per le persone trattenute nei CPR. Molti di loro rimangono in queste strutture per lunghi periodi di tempo, senza alcuna certezza sul loro futuro.
La decisione dei professori universitari di rivolgersi al sindaco di Roma e, in caso di mancato accoglimento della loro richiesta, di ricorrere al Tribunale, rappresenta un passo importante nella battaglia per la difesa dei diritti umani in Italia. Se la loro azione avrà successo, potrebbe aprire la strada alla chiusura di altri CPR in Italia e alla riforma del sistema di detenzione per gli immigrati irregolari.
L’impegno per la tutela dei diritti umani
La richiesta di chiusura del CPR di Ponte Galeria da parte dei professori universitari è un segnale forte e chiaro dell’impegno del mondo accademico per la tutela dei diritti umani. L’istanza evidenzia la necessità di un’azione immediata da parte delle istituzioni per garantire condizioni di vita dignitose e rispettose dei diritti umani per le persone trattenute nei CPR.
La battaglia per la chiusura dei CPR è una battaglia per la dignità umana e per il rispetto dei diritti fondamentali. È una battaglia che coinvolge tutti noi, in quanto cittadini di una società che si dice fondata sui valori della solidarietà e dell’accoglienza.
È importante ricordare che la dignità umana è un diritto universale e inalienabile. Nessuno dovrebbe essere privato della sua libertà senza un giusto processo e senza la possibilità di un futuro dignitoso. La lotta contro i CPR è una lotta per la giustizia sociale e per la difesa dei diritti umani di tutti.
Un’istanza importante per il futuro dei CPR
L’istanza dei professori universitari rappresenta un momento importante nel dibattito sui CPR in Italia. Il fatto che un gruppo così autorevole di esperti di diritto e medicina si sia schierato contro la presenza del CPR di Ponte Galeria dimostra la gravità della situazione e la necessità di un’azione urgente da parte delle istituzioni. La loro decisione di ricorrere al Tribunale in caso di mancato accoglimento della loro richiesta dimostra la loro determinazione a far valere i diritti umani e la loro convinzione che la presenza di questi centri sia incompatibile con i valori su cui la città di Roma si fonda.