Un’immersione nel vortice della produzione
La mostra fotografica “Marazzi 50” di Gianni Berengo Gardin celebra i cinquant’anni di un brevetto rivoluzionario: la monocottura rapida, un vero e proprio salto tecnologico nel settore ceramico. L’esposizione, in corso fino al 3 novembre nelle Sale della Musica, degli Incanti e dei Sogni di Palazzo Ducale a Sassuolo, presenta una selezione di scatti inediti realizzati nel 1977 da Berengo Gardin, chiamato dall’azienda Marazzi a documentare le nuove linee di produzione “veloci”.
Le fotografie, realizzate a colori, catturano l’essenza del processo produttivo, con un’attenzione particolare alla velocità e al movimento. I decori e le forme si rincorrono in un vortice di colori e di dinamismo, creando un’atmosfera quasi astratta che si discosta dalla tradizionale fotografia industriale.
Un’inedita prospettiva di Berengo Gardin
Per Berengo Gardin, il soggetto del progetto divenne quasi subito il ritmo colorato della produzione, un elemento che lo affascinava e che lo spingeva a catturare la velocità e l’efficienza del processo produttivo. L’artista si trovò immerso in un ambiente pulito, efficiente e internazionale, dove il nastro trasportatore diventava il palcoscenico di un balletto di colori e di forme.
La mostra presenta una selezione di 42 opere tratte da questa serie, in cui spicca non solo l’uso del colore, così raro nella produzione di Berengo Gardin, ma anche un altro elemento inaspettato: l’abbandono della “giusta distanza” del fotografo sociale, per avvicinarsi agli ingranaggi e realizzare una serie di visioni macro che danno vita a un racconto quasi astratto.
Come afferma la curatrice Alessandra Mauro, Berengo Gardin “abbandona la giusta distanza del fotografo sociale, quella che da sempre lui utilizza per ritrarre le persone, si avvicina agli ingranaggi e realizza una serie di visioni macro per un racconto quasi astratto fatto di elementi isolati, di forme dinamiche, di strisce di colore che girano e si perdono, di mani sapienti che si muovono sui nastri”.
Un’anticipazione del futuro
Berengo Gardin, in questa serie di fotografie, ha anticipato un approccio concettuale inusuale per l’epoca nella foto industriale, dove in genere si richiedeva una documentazione più oggettiva e documentaria del prodotto. Le sue opere, invece, si concentrano sull’essenza del processo produttivo, catturando il ritmo e la dinamicità del lavoro.
“Sono grato alla Marazzi – dice l’artista – per avermi lasciato libero di realizzare fotografie come queste, astratte, che anticipano in qualche modo un approccio concettuale inusuale a quell’epoca nella foto industriale in cui, in genere, veniva richiesto una documentazione più oggettiva, documentaria, del prodotto. Una festa per gli occhi e, per me, un lavoro molto originale”.
L’arte industriale come racconto
La mostra di Berengo Gardin è un’occasione per riflettere sull’arte industriale e sul suo ruolo nella società. Le fotografie di Berengo Gardin non si limitano a documentare un processo produttivo, ma offrono una visione poetica e introspettiva del lavoro, riuscendo a catturare la bellezza e la complessità di un processo che spesso viene considerato solo dal punto di vista tecnico. L’artista, con la sua sensibilità e la sua capacità di osservazione, riesce a trasformare un ambiente industriale in un luogo di poesia e di riflessione.