Sangare in cella d’isolamento a Bergamo
Moussa Sangare, il 31enne fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni, si trova attualmente nel carcere di Bergamo. Il giovane è stato trasferito in un’apposita cella d’isolamento, sotto stretta vigilanza da parte del personale carcerario. Questa decisione è stata presa per garantire la sicurezza del detenuto e degli altri reclusi, nonché per facilitare le indagini in corso.
Silenzio e richiesta d’acqua
Secondo quanto riportato da fonti interne al carcere, Sangare si è chiuso nel silenzio fin dal suo arrivo. Il giovane avrebbe chiesto solo da bere, rifiutando qualsiasi forma di contatto o comunicazione con il personale carcerario. Questo atteggiamento potrebbe essere interpretato come un segno di disorientamento, shock o di una strategia difensiva.
Assistenza psicologica
Il personale dell’istituto penitenziario ha attivato un servizio di assistenza psicologica per Sangare. Gli psicologi del carcere si stanno occupando del giovane, monitorando il suo stato mentale e fornendo supporto e consulenza. L’obiettivo è quello di valutare la sua condizione psicologica e di fornire un’adeguata assistenza in caso di necessità.
La solitudine e il silenzio
Il silenzio di Sangare è un elemento che richiama l’attenzione. Potrebbe essere un segnale di profondo disagio o di una strategia di difesa. L’isolamento, pur necessario per la sicurezza, può aggravare lo stato psicologico di un detenuto. La solitudine e il silenzio possono alimentare pensieri negativi e rendere difficile il processo di elaborazione del trauma.