Verbali di Brugnaro agli atti della Procura
I verbali dell’intervento del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, indagato per concorso in corruzione, vanno agli atti della Procura nell’inchiesta sul malaffare in laguna. L’inchiesta, condotta dai Pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini, si concentra su un presunto giro di corruzione che ha coinvolto la vendita di beni pubblici, la concessione di appalti e il cambio di destinazione d’uso di alcune aree.
In Consiglio comunale, Brugnaro ha sempre parlato a braccio, negando di aver trattato con qualcuno la vendita del terreno dei Pili, 41 ettari a filo sulla laguna, uno dei punti centrali dell’inchiesta. Tuttavia, il 2 agosto scorso, il Sindaco ha ammesso di aver incontrato l’imprenditore di Singapore Ching Chiat Kwong, anch’egli indagato, per valutare le sorti dell’area dei Pili, acquistata ad un’asta per 5 milioni dallo stesso Brugnaro prima di entrare in politica.
Le parole di Brugnaro in Consiglio comunale, questa volta lette e soppesate con attenzione, offrono un percorso dettagliato sulla storia dei Pili, dalla cessione all’acquisto e alla destinazione edilizia, passando per l’incontro con il magnate di Singapore, avvenuto nell’ambito della creazione di un Blind Trust per separare il ruolo pubblico da quello privato.
Il ruolo di Ching Chiat Kwong e l’affare dei Pili
Brugnaro ha dichiarato di aver incontrato Ching Chiat Kwong ad aprile 2016 a Ca’ Farsetti, quando l’imprenditore di Singapore era interessato ad acquistare degli immobili a Venezia. L’incontro è stato seguito da una cena a casa del Sindaco nel dicembre 2017, per omaggiare l’investitore e valutare la proposta presentata. Brugnaro ha poi affermato di non aver più avuto contatti con Ching Chiat Kwong.
L’inchiesta si concentra anche sull’acquisto di Palazzo Papadopoli da parte di Ching Chiat Kwong. Una prima asta da 14 milioni è andata a vuoto, mentre una seconda, a 10,5 milioni, è stata vinta dal magnate di Singapore. La Procura ipotizza che la vendita sia stata ‘scontata’ per invitare Ching Chiat Kwong ad interessarsi anche all’affare dei Pili.
L’ex assessore Boraso pronto a parlare con i Pm
L’ex assessore alla Mobilità Renato Boraso, arrestato per corruzione ed in carcere a Padova, è pronto a parlare con i Pm. Il suo legale di fiducia, Umberto Pauro, ha dichiarato che Boraso è pronto a rispondere punto su punto a tutte le accuse. Secondo la Procura, Boraso avrebbe agito attraverso proprie società per interessarsi alla vendita di beni pubblici, garantendo appalti e cambi di destinazione d’uso di alcune aree.
L’inchiesta è ancora in corso e si prevede che nei prossimi mesi emergeranno nuovi dettagli. L’attenzione è rivolta soprattutto al ruolo di Brugnaro e alle sue presunte connessioni con l’imprenditore di Singapore Ching Chiat Kwong.
Un’inchiesta complessa con implicazioni significative
L’inchiesta sul malaffare a Venezia si presenta come un caso complesso con implicazioni significative per la città. La vicenda dei Pili e il ruolo di Ching Chiat Kwong evidenziano il rischio di conflitti di interesse e di abusi di potere da parte di figure politiche di alto livello. L’audizione di Boraso potrebbe fornire elementi cruciali per ricostruire il quadro completo del presunto giro di corruzione. Sarà importante attendere l’evolversi dell’inchiesta per avere un quadro più chiaro della situazione e per valutare le responsabilità dei soggetti coinvolti.