Il Tribunale di Trieste riconosce il diritto alla rivalutazione per Martina Oppelli
Il Tribunale di Trieste ha emesso una sentenza storica, affermando il diritto di Martina Oppelli a ricevere una rivalutazione delle sue condizioni di salute per verificare se soddisfa i requisiti per accedere al suicidio assistito. La sentenza fa riferimento alla cosiddetta ‘sentenza Cappato’, che ha stabilito la possibilità di accedere a morte volontaria assistita per persone affette da patologie gravi e irreversibili, in stato vegetativo persistente o di incoscienza irreversibile, oppure affette da gravi patologie che determinano una condizione di sofferenza fisica o psichica intollerabile. L’Asugi, l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, aveva inizialmente negato che Oppelli fosse dipendente da trattamento di sostegno vitale, ma il Tribunale ha riconosciuto il diritto di Martina a una nuova valutazione, in quanto la donna, da sola, non può mangiare, bere, muoversi né assumere farmaci.
L’Asugi ha 30 giorni per le verifiche
L’Asugi ha ora 30 giorni di tempo per effettuare le verifiche necessarie a valutare se Martina Oppelli soddisfa i requisiti per accedere al suicidio assistito. In caso di ritardo, l’Asugi dovrà pagare 500 euro al giorno a Martina, oltre alle spese di giudizio. Questa sentenza rappresenta un passo avanti importante nel riconoscimento del diritto alla morte volontaria assistita in Italia, e potrebbe avere un impatto significativo su altri casi simili in futuro.
Un passo avanti per il diritto alla scelta
Questa sentenza rappresenta un passo avanti importante nel riconoscimento del diritto alla scelta per le persone affette da gravi patologie. Il Tribunale ha riconosciuto il diritto di Martina Oppelli a una rivalutazione delle sue condizioni, senza pregiudicare il suo diritto alla vita, ma garantendole la possibilità di accedere a una scelta libera e consapevole in merito al proprio destino. È importante ricordare che il suicidio assistito non è una soluzione facile, ma una possibilità che dovrebbe essere offerta a chi si trova in condizioni di sofferenza insopportabile e irreversibile.