Da omicidio stradale a omicidio volontario
Mario Masala, un uomo di 40 anni residente a Sassari, è stato accusato di omicidio volontario per la morte di Tonino Pirastu, 76 anni, avvenuta mercoledì scorso a Porto Cervo. Inizialmente, l’accusa nei confronti di Masala era di omicidio stradale, ma la Procura della Repubblica di Tempio Pausania ha modificato l’accusa dopo aver condotto ulteriori indagini.Secondo le nuove informazioni raccolte dagli inquirenti, Masala e Pirastu si conoscevano da tempo e avevano avuto diversi scontri in passato, legati a questioni di confine e a liti di vicinato che avevano deteriorato il loro rapporto.
La dinamica dell’incidente
L’incidente è avvenuto mercoledì mattina intorno alle 11:00 nel borgo turistico di Liscia di Vacca. Pirastu è stato travolto e ucciso dal furgone condotto da Masala mentre stava sistemando alcuni dissuasori per le auto sul ciglio della strada. Inizialmente, Masala aveva dichiarato di aver sterzato bruscamente per evitare di investire un animale che stava attraversando la strada, ma i rilievi effettuati dalla polizia stradale di Olbia e dai vigili del fuoco hanno smentito questa versione dei fatti.Le indagini hanno rivelato che la dinamica dell’incidente è stata diversa da quanto raccontato da Masala, portando gli inquirenti a sospettare un movente doloso dietro l’incidente.
Il passato di rivalità
Le indagini hanno permesso di ricostruire il passato di Masala e Pirastu, evidenziando il loro legame di confinanti e le rivalità che avevano caratterizzato il loro rapporto. Le liti di vicinato, anche se inizialmente banali, avevano lasciato il segno nei loro rapporti, rendendoli sempre più conflittuali nel corso del tempo.Queste informazioni hanno portato la Procura a ritenere che l’incidente non sia stato un tragico incidente stradale, ma un atto volontario commesso da Masala.
Le dichiarazioni degli indagati
Interrogato dai magistrati, Masala, assistito dagli avvocati Giancarlo Frongia e Domenica Gala, si è avvalso finora della facoltà di non rispondere. I famigliari della vittima sono assistiti dall’avvocato Elisa Vacca.La decisione di Masala di non rispondere alle domande dei magistrati potrebbe essere interpretata come un tentativo di tutelarsi in questa delicata fase delle indagini.
Un tragico epilogo di una lunga rivalità
La vicenda di Porto Cervo evidenzia come anche banali liti di vicinato possano sfociare in tragedie. Il fatto che la Procura abbia modificato l’accusa da omicidio stradale a omicidio volontario suggerisce che ci siano elementi concreti che lasciano pensare a un atto premeditato. Sarà compito della giustizia fare luce su quanto accaduto e stabilire con certezza le responsabilità di Masala.