Prenotazione rifiutata con frase antisemita
Secondo quanto riportato dal sito israeliano Ynet, una famiglia di Nes Ziona (Israele) ha subito un rifiuto di prenotazione per un appartamento a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, tramite Airbnb. Il padre di famiglia, che ha preferito rimanere anonimo e si è identificato come ‘A’, aveva contattato il proprietario, Lorenzo, per prenotare l’appartamento per cinque persone. La risposta del proprietario, sempre secondo Ynet, sarebbe stata una frase antisemita in ebraico, che sembra tradotta con Google Translate, allusiva al metodo usato dai nazisti per sterminare gli ebrei durante la Shoah: ““Potete restare nei forni a gas”.
Reazioni e indagini
La notizia ha suscitato indignazione e sconcerto. Il sindaco di San Vito di Cadore, Franco De Bon, si è detto “indignato” e “perplesso”, dichiarando di non aver mai sentito frasi di questo tipo nella sua vita. Ha immediatamente attivato la Digos e la polizia postale per far luce sull’accaduto. Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha definito il gesto “estratamente grave” e un “inaccettabile atto di odio e discriminazione”, assicurando che il Veneto rimarrà una “terra di accoglienza e rispetto per tutti”.
Solidarietà e ospitalità
L’Istituto Friedman ha offerto ospitalità alla famiglia israeliana, trovando loro una casa vacanze a Cavalese, in Trentino. Il direttore esecutivo dell’istituto, Alessandro Bertoldi, ha spiegato che un socio dell’istituto ha messo a disposizione gratuitamente la sua abitazione.
Condanna politica
Numerose personalità politiche hanno espresso la loro solidarietà alla famiglia e hanno condannato l’accaduto. Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia ha espresso “sincera solidarietà” alla famiglia, mentre la senatrice Vincenza Aloisio del M5s ha parlato di un episodio di “gravità inaudita”. Anche Micaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Maie al Senato, ha definito l’episodio “indizio di un odio mai sopito”. Il senatore questore Antonio De Poli ha definito l’accaduto “intollerabile e indegno”, sottolineando la recrudescenza dell’antisemitismo e il dovere di ribadire i principi democratici e civili.
Un episodio allarmante
L’episodio di San Vito di Cadore è un grave segnale di intolleranza e antisemitismo, che purtroppo non è un fenomeno isolato. È importante affrontare con fermezza questi episodi, non solo per garantire la sicurezza delle vittime, ma anche per contrastare la diffusione dell’odio e della discriminazione.