Lo ‘splicing’ del Dna osservato ai raggi X
Un team di ricerca guidato da Marco De Vivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Marco Marcia del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare Embl ha svelato i segreti del processo di ‘splicing’ del Dna, grazie a immagini ai raggi X. Questo processo, che ricorda il lavoro di un montatore di video che taglia le parti inutili di una scena, consiste nell’eliminazione di sequenze non utili dal Rna, prima che questo venga utilizzato per produrre proteine.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha permesso di osservare in dettaglio le fasi dello splicing, grazie all’utilizzo di strumenti all’avanguardia come i raggi X dell’Embl e del Laboratorio europeo per la luce di sincrotrone, Esrf di Grenoble, e simulazioni digitali all’Iit.
Un passo avanti verso nuovi farmaci
Secondo Marco De Vivo, grazie alle tecniche di simulazione molecolare, la ricerca ha portato ad una comprensione profonda del processo di splicing e delle possibili modalità di intervento. Questo ha permesso di sintetizzare nuove molecole simili a farmaci, in grado di modulare lo splicing in modo specifico ed efficace.
“Visualizzare a livello atomico la modulazione dello splicing è emozionante”, ha affermato Marco Marcia, sottolineando l’importanza di poter controllare una delle reazioni fondamentali per la vita. I ricercatori mirano allo sviluppo di nuovi farmaci antibatterici e antitumorali, integrando gli studi biologici sperimentali con quelli chimici e computazionali.
Un nuovo orizzonte per la medicina
La scoperta dei meccanismi dello ‘splicing’ apre nuovi orizzonti per la medicina, aprendo la strada allo sviluppo di farmaci mirati che possono agire direttamente sul processo di produzione proteica. La possibilità di modulare lo splicing potrebbe portare a trattamenti innovativi per una vasta gamma di malattie, dalle infezioni batteriche ai tumori.