Il crollo della Marmolada e l’impatto del cambiamento climatico
Il presidente della SAT Cristian Ferrari, in una nota diffusa a due anni dalla tragedia della Marmolada, avvenuta il 3 luglio 2021, ha sottolineato come l’evento abbia portato in modo tragico alla luce la realtà del cambiamento climatico anche alle alte quote. Il crollo del ghiacciaio, che ha causato la morte di undici persone, ha costretto a un cambio di paradigma nell’approccio alla montagna, evidenziando rischi, pericoli e limiti, ma anche i valori dimostrati dalla gente di montagna e dai professionisti che hanno contribuito ai soccorsi.
La presenza di Ferrari sul ghiacciaio il giorno prima della tragedia
Ferrari, in qualità di presidente della Commissione Glaciologica della SAT, si trovava sul ghiacciaio della Marmolada il pomeriggio precedente la tragedia insieme a colleghi e membri del Soccorso alpino per attività di comunicazione e sensibilizzazione. In quell’occasione, come nelle settimane precedenti, si era riscontrata una ridotta precipitazione nevosa invernale e temperature elevate già dalla primavera, che avevano portato alla quasi totale scomparsa della copertura nevosa dalla Marmolada e da altri ghiacciai del Trentino. Tuttavia, nulla lasciava presagire la tragedia che si sarebbe verificata 24 ore dopo.
Un monito sul cambiamento climatico
La tragedia della Marmolada rappresenta un tragico monito sugli effetti del cambiamento climatico, che non si limitano alle coste o alle città, ma si estendono anche alle zone di alta quota. L’evento dovrebbe spingere a una maggiore consapevolezza dell’impatto delle attività umane sull’ambiente, e a politiche di mitigazione e adattamento più efficaci per contrastare i cambiamenti climatici.