Daspo Urbano: Critiche all’Estensione del Divieto di Accesso alle Stazioni
L’articolo 10 del disegno di legge sulla sicurezza, attualmente in discussione presso le Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera, ha suscitato forti polemiche per l’estensione del ‘Daspo urbano’. La norma prevede la possibilità per il Questore di disporre il divieto di accesso alle stazioni anche per persone denunciate o condannate non in via definitiva negli ultimi 5 anni.
Secondo Devis Dori, capogruppo di Avs in commissione Giustizia, “la febbre securitaria della destra produce mostri: praticamente basta una denuncia negli ultimi 5 anni per alcuni reati, anche contro il patrimonio, per poter essere sottoposto al Daspo del questore, con la limitazione di diritti costituzionali”.
Anche Valentina D’Orso, deputata del Movimento 5 Stelle, ha espresso preoccupazione, definendo il garantismo della maggioranza “di comodo e selettivo”, poiché un cittadino comune colpito da una denuncia potrebbe subire una limitazione alla libertà di circolazione, diritto costituzionalmente garantito.
Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha difeso la misura, sostenendo che non prevede il carcere e che le misure sarebbero “emesse dal Questore in maniera ponderata, legate alla possibile pericolosità sociale del soggetto”.
Bodycam: Proposta Accantonata
Il ddl sicurezza prevedeva inizialmente l’introduzione delle bodycam per gli agenti, proposta contenuta in due emendamenti, uno del Partito Democratico e uno della Lega. Tuttavia, questa proposta è stata accantonata durante l’esame del provvedimento.
L’esame del ddl proseguirà la prossima settimana.
Considerazioni sul Daspo Urbano
L’estensione del Daspo urbano a persone non ancora condannate in via definitiva solleva serie questioni di diritto e di garantismo. La presunzione di pericolosità sociale basata su una semplice denuncia potrebbe portare a limitazioni ingiustificate della libertà di circolazione, con il rischio di un’applicazione selettiva e discriminatoria della norma. È necessario un attento bilanciamento tra la sicurezza pubblica e la tutela dei diritti individuali, garantendo un giusto processo e il rispetto delle garanzie costituzionali.