La posizione dell’Ue sulla pedopornografia AI
Il Consiglio Giustizia dell’Unione Europea ha espresso una posizione chiara sulla necessità di contrastare la pedopornografia generata dall’intelligenza artificiale, equiparandola a quella che coinvolge minori reali. Lo ha affermato il vice primo ministro del Belgio, Paul Van Tigchelt, in rappresentanza della presidenza Ue, durante la sessione pubblica dei lavori del Consiglio.
Secondo Van Tigchelt, “il messaggio è chiaro: penalizziamo il materiale pedopornografico generato dall’intelligenza artificiale allo stesso modo del materiale pedopornografico che riporta minori in carne ed ossa”.
Differenze di opinione tra gli Stati membri
Nonostante la posizione univoca sull’obiettivo, Van Tigchelt ha riconosciuto l’esistenza di “visioni un po’ diverse” tra gli Stati membri sul modo migliore per raggiungere tale obiettivo. Questo suggerisce che potrebbero esserci divergenze di opinione sulle modalità specifiche di regolamentazione e criminalizzazione di questo tipo di contenuti.
Prossimi passi
Il ministro belga ha annunciato che “su questa base i nostri esperti svolgeranno il loro lavoro e i negoziati continueranno a livello del gruppo di lavoro”. Questo significa che la questione sarà ulteriormente discussa e analizzata da esperti dell’Ue, con l’obiettivo di raggiungere un consenso tra gli Stati membri e definire un quadro normativo preciso.
Un passo necessario ma complesso
La decisione dell’Ue di criminalizzare la pedopornografia AI rappresenta un passo necessario per tutelare i minori in un’era in cui la tecnologia avanza rapidamente. Tuttavia, la questione pone sfide complesse dal punto di vista giuridico e tecnologico. Definire con precisione cosa costituisce pedopornografia AI e come si possono tracciare le responsabilità in un contesto di contenuti generati da algoritmi saranno questioni cruciali da affrontare nei prossimi negoziati.