La trattativa si interrompe
La trattativa per la costruzione della gigafactory di Termoli, un progetto strategico per la produzione di batterie per auto elettriche, si è interrotta. Lo hanno annunciato i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri, che hanno seguito da vicino le negoziazioni. La joint venture Acc, composta da Stellantis, Mercedes e Total, si è detta indisponibile a portare avanti qualsiasi discussione fino a fine anno, mettendo in discussione il futuro dell’investimento.
Un progetto strategico
La gigafactory di Termoli avrebbe rappresentato un investimento strategico per l’Italia, contribuendo alla transizione verso la mobilità elettrica e creando nuovi posti di lavoro in un territorio che ha bisogno di rilancio economico. La scelta di Termoli come sede della gigafactory era stata motivata dalla presenza di un porto e di un’infrastruttura logistica adeguata, oltre che dalla disponibilità di manodopera qualificata.
Le cause dell’interruzione
Le cause dell’interruzione della trattativa non sono ancora chiare. Alcune fonti parlano di divergenze sulle condizioni economiche e finanziarie del progetto, mentre altre ipotizzano un’incertezza sul futuro del mercato delle auto elettriche. In ogni caso, la decisione di Acc di sospendere le discussioni fino a fine anno rappresenta un duro colpo per il progetto e per il territorio.
Un’occasione persa?
L’interruzione della trattativa per la gigafactory di Termoli rappresenta un’occasione persa per l’Italia, che rischia di perdere un investimento strategico in un settore chiave come la mobilità elettrica. La decisione di Acc di sospendere le discussioni fino a fine anno lascia aperta la possibilità che il progetto venga definitivamente abbandonato. È importante che le istituzioni italiane si attivino per rilanciare la trattativa e per garantire che il progetto venga portato avanti, con l’obiettivo di creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo per il territorio.