Lo spot e le polemiche
Un nuovo ‘caso Vannacci’ sta scuotendo la campagna elettorale per le Europee. Al centro della disputa uno spot elettorale circolato sui social tra i sostenitori del generale e poi pubblicato – in una nuova versione – dallo stesso Vannacci che invita a mettere una ‘decima’ sulla scheda elettorale.
Nel video, il generale, in piedi con il tricolore che sventola alle spalle, si rivolge agli elettori: l’8 e il 9 giugno “sull’apposita scheda fate una ‘decima’ sul simbolo della Lega – dice incrociando le dita ad X – e scrivete Vannacci e li travolgeremo tutti con una valanga di voti. Per cambiare questa Europa che non ci piace”.
Il riferimento, neanche tanto velato, all’unità militare nata sotto il fascismo (la X Mas) fa insorgere le opposizioni e prendere le distanze anche a Noi Moderati di Maurizio Lupi, mentre la Lega difende il proprio candidato.
Le reazioni delle opposizioni
“E’ un atto assurdo e inaccettabile che offende profondamente la memoria storica e il rispetto per le vittime del nazifascismo”, attacca il portavoce di Europa Verde e deputato di Avs Angelo Bonelli. “Vannacci getta la maschera ed evoca la Repubblica sociale”, dice dal Pd Piero De Luca mentre il leader di +Europa Riccardo Magi ricorda che “la legge italiana vieta l’apologia di fascismo”. “E’ vero che la X Mas ha compiuto grandi imprese militari – sottolinea anche il leader di Nm Lupi – ma ha scritto pagine terribili nella storia sociale e politica dell’Italia e non può essere considerata un simbolo nazionale. Vannacci smetta di dire sciocchezze e torni a farsi fotografare ai fornelli, lo preferiamo così”.
La difesa di Vannacci e della Lega
“Nello spot – puntualizza poi Vannacci – si fa riferimento a Decima X glorioso reparto della regia Marina che ha operato fino al 1943 e del quale tra gli altri faceva parte anche Teseo Tesei. Nulla a che vedere dunque con l’interpretazione che ne stanno dando altri”. E’ la versione sostenuta anche in una nota dello staff del generale che cita la definizione della X Mas della Treccani. “La Decima Mas – si legge nel comunicato – come riportato da Treccani, è ‘il reparto dei mezzi d’assalto della Marina italiana che nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia Mas’. Nel libro ‘Il coraggio vince’ il generale Vannacci ricorda come da ragazzo fu ispirato ad entrare nei corpi speciali dalle imprese compiute dalla X flottiglia Mas prima dell’armistizio”.
Nel riprendere l’Enciclopedia ci si limita – però di fatto – a citare solo la prima parte della storia della X Mas, quella precedente l’8 settembre. Una ambiguità che viene sottolineata dall’opposizione.
“La Divisione X – sottolinea Bonelli – dopo l’8 settembre, divenne una delle milizie nazifasciste più feroci della Repubblica di Salò, responsabile di almeno 300 morti innocenti secondo le stime dell’Atlante delle stragi nazifasciste”.
La Lega scende intanto in campo a difendere il generale. “Vannacci – dice il numero due del partito, Andrea Crippa – al netto di come chiede il voto è un esempio di identità, di difesa dei confini, è uno che ha lavorato nei contesti più delicati e ha difeso l’Italia. Sono orgoglioso della sua candidatura”. E a difendere il generale è anche il segretario della Lega Matteo Salvini. “Il fascismo è morto e sepolto nel Novecento – sottolinea – fortunatamente come il nazismo e come il comunismo. Eppure qualcuno perde tempo su Salvini o su Vannacci”.
Le reazioni politiche
Ma per le opposizioni – tanto più il giorno dopo le celebrazioni dell’anniversario del discorso in Aula di Giacomo Matteotti che portò al suo rapimento e al suo assassinio – si tratta di un riferimento inqualificabile. “Abbiamo partecipato commossi – dice il vicecapogruppo alla Camera di Avs, Marco Grimaldi – alla commemorazione dell’ultimo discorso di Giacomo Matteotti. Oggi, assistiamo indignati al video ‘golpista’ in cui il generale Roberto Vannacci fa evidente riferimento alla Decima Mas di Junio Valerio Borghese. Salvini è un ministro della Repubblica, ha giurato sulla Costituzione e dovrebbe condannarlo”.
Il rischio di strumentalizzazione
L’utilizzo di simboli e riferimenti storici come la X Mas, anche se interpretati in modo diverso da chi li usa, è sempre delicato e rischia di alimentare tensioni e divisioni. In un contesto come quello della campagna elettorale, è fondamentale che i candidati si attengano a un linguaggio rispettoso della memoria storica e delle istituzioni democratiche. La polemica sollevata dallo spot di Vannacci dimostra come il tema del fascismo e della memoria storica rimanga ancora oggi un punto di riferimento sensibile per la società italiana.