Draghi a Bruxelles? Schmit: “Un’offesa al sistema”
Nicolas Schmit, candidato di punta dei socialisti europei, ha espresso la sua contrarietà ad una possibile nomina di Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, alla presidenza della Commissione Europea o del Consiglio Europeo.
In un’intervista alle agenzie di stampa, tra cui ANSA, Schmit ha dichiarato che una tale nomina “significherebbe che non rispettiamo il sistema”.
Il lussemburghese ha riconosciuto che, nel caso della presidenza della Commissione Europea, potrebbe esserci il problema che nessuno riesca a ottenere la maggioranza in Parlamento, dato che è quest’ultimo a decidere.
Schmit attacca Meloni: “Un lupo travestito da agnello”
Schmit ha poi rivolto pesanti critiche alla premier italiana Giorgia Meloni, definendola “un lupo travestito da agnello”.
Secondo Schmit, Meloni ha “giocato una partita moderata in Consiglio”, ma “ciò che fa in Italia dimostra che è sempre la stessa: non è diventata una grande democratica e non ha davvero rotto con il passato fascista suo e del suo partito”.
Schmit accusa Meloni di voler trasformare l’Italia in una società stile Orban, il leader ungherese noto per le sue politiche anti-migranti e anti-LGBTQ+.
Schmit: “Flirt tra Meloni e Le Pen dimostra che non c’è differenza tra destra estrema”
Schmit ha anche commentato il “flirt” tra Meloni e Marine Le Pen, leader del Rassemblement National francese, affermando che “dimostra che non c’è differenza tra estrema destra dignitosa e non dignitosa, è solo una questione di potere”.
Memorandum Ue-Tunisia: Schmit critica la “carta bianca” a Saied
Schmit ha poi rivolto la sua attenzione al memorandum Ue-Tunisia sulla migrazione, criticando duramente il modo in cui “è stato fatto” e perché, secondo lui, dà al presidente tunisino Kais Saied “carta bianca” sui rifugiati.
Schmit ha definito l’intesa “un aspetto essenziale delle relazioni esterne sulla migrazione: si tratta di denaro, di una scelta politica, di un Paese che ora è dominato da un regime autoritario”.
Secondo Schmit, l’accordo è stato negoziato in modo frettoloso e senza un’adeguata discussione all’interno del collegio dei Commissari.
Schmit ha lamentato l’assenza di controlli sul trattamento dei migranti in Tunisia, evidenziando che “ora sappiamo che i rifugiati vengono picchiati, portati nel deserto, violentati, derubati: questo non è, a mio avviso, un vero accordo”.
Un’analisi critica delle dichiarazioni di Schmit
Le dichiarazioni di Schmit, pur essendo espresse in un tono duro e accusatorio, riflettono una crescente preoccupazione all’interno dell’Unione Europea riguardo alle politiche migratorie e alla crescente influenza dell’estrema destra in alcuni Stati membri. Il suo attacco al memorandum Ue-Tunisia, in particolare, mette in luce i timori che l’accordo possa portare a un aumento delle violazioni dei diritti umani dei migranti in Tunisia. La sua critica a Meloni, seppur aspra, si basa su una valutazione delle sue politiche e delle sue alleanze, che potrebbero avere un impatto significativo sul futuro dell’Italia e dell’Unione Europea. In definitiva, le parole di Schmit offrono uno spaccato delle tensioni che attraversano l’Unione Europea, tra coloro che si battono per un’Europa unita e solidale e coloro che invece promuovono politiche più restrittive e nazionaliste.