Percassi: “Abbiamo fatto un grande campionato, ma l’Inter è troppo forte”
Il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, ha ricevuto il premio Rosa Camuna per la conquista dell’Europa League. Nel suo discorso di ringraziamento, ha espresso la sua soddisfazione per il campionato disputato dalla Dea, definendolo “grande”. Tuttavia, ha riconosciuto la superiorità dell’Inter, definendola “troppo forte”.
“Abbiamo fatto un grande campionato – ha detto Percassi – poi bisogna inchinarsi a loro, troppo forti”, ha concluso con un sorriso rivolgendosi all’ad dell’Inter, Beppe Marotta, presente sul palco.
Lo scherzo su Marotta: “Bisognerà escluderli un anno”
Percassi ha poi scherzato sul suo ex compagno di squadra, Beppe Marotta, attuale ad dell’Inter. “Bisognerà escluderli un anno. Marotta è un vero fuoriclasse, ha giocato anche all’Atalanta, qualcosa ha imparato”, ha concluso sempre col sorriso il presidente della Dea.
Il percorso dell’Atalanta: da settore giovanile al successo europeo
Nel suo discorso, Percassi ha anche ripercorso la storia dell’Atalanta, sottolineando il ruolo fondamentale del settore giovanile. “E’ una cosa pazzesca quella che stiamo vivendo. A 15 anni mi presero all’Atalanta e feci tutto il settore giovanile. Non ero un fenomeno ma ‘picchiavo’. Poi a 40 anni siamo rientrati nella società, abbiamo fatto ripartire un mondo nuovo fino a quel momento trascurato. Abbiamo rifatto lo stadio, puntato tanto su Zingonia e da lì sono usciti giocatori importanti, fondamentale per una realtà provinciale e per tenere anche sotto controllo i costi”, ha detto il presidente.
L’umiltà di Percassi e il rispetto per l’Inter
Le parole di Percassi, pur nella leggerezza dello scherzo su Marotta, dimostrano un grande rispetto per l’Inter e per il suo ad. La sua umiltà, unita alla consapevolezza della forza della squadra nerazzurra, è un segno di grande sportività e di intelligenza tattica. L’Atalanta, pur essendo una squadra di provincia, ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli, e questo è un risultato straordinario che merita di essere riconosciuto.