La Cedu condanna l’Italia per le intercettazioni
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ammesso che l’Italia ha violato i diritti umani in tema di intercettazioni, come stabilito dalla Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU). In un intervento al Festival dell’economia di Trento, Nordio ha dichiarato: “La Cedu, imponendo allo Stato italiano un risarcimento pecuniario, dice in modo nettissimo che noi abbiamo violato i diritti umani in tema di intercettazioni”.La sentenza della Cedu, che riguarda il caso di Bruno Contrada, ex funzionario del Sisde, ha stabilito che l’Italia non ha garanzie sufficienti per contrastare eventuali abusi sulle intercettazioni. Nel 2018, Contrada è stato intercettato e le sue conversazioni telefoniche sono state trascritte nell’ambito del procedimento sull’omicidio di Nino Agostino, nonostante non fosse imputato nel caso. La Corte ha ritenuto che questa pratica abbia violato il diritto al rispetto della vita privata di Contrada.
Nordio: “La riforma delle intercettazioni è necessaria”
Nordio ha annunciato che il governo sta lavorando a una riforma delle intercettazioni, dichiarando: “Stiamo lavorando per una riforma molto più importante su tutto quello che riguarda le intercettazioni e i sequestri dei cellulari”. Il ministro ha sottolineato che il ddl “Nordio” proposto dal governo prevede “il minimo sindacale, cioè la tutela del terzo”, che è comunque inferiore a quanto richiesto dalla sentenza della Cedu.La riforma, secondo Nordio, mira a garantire una maggiore tutela della privacy dei cittadini, senza però compromettere l’efficacia delle intercettazioni nella lotta alla criminalità. Il ministro ha infatti ribadito l’importanza di questo strumento nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, affermando che “le intercettazioni sono indispensabili, ma oggi sono addirittura insufficienti”.
La mafia oggi utilizza metodi di comunicazione sofisticati
Nordio ha sottolineato che la criminalità organizzata oggi utilizza metodi di comunicazione molto più sofisticati rispetto al passato, rendendo le intercettazioni tradizionali meno efficaci. “Quando dico che la mafia non parla al telefono, voglio dire che oggi la mafia comunica attraverso mezzi di comunicazione sofisticatissimi che vanno aldilà dei trojan e delle cimici”, ha spiegato.Il ministro ha proposto di ampliare l’utilizzo delle intercettazioni nei confronti della criminalità organizzata, affermando: “Riguardo alle intercettazioni delle mafie io andrei oltre la normativa attuale, ma solo nei confronti della criminalità organizzata, che mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini”.
Considerazioni
La posizione di Nordio sull’utilizzo delle intercettazioni è complessa e controversa. Da un lato, riconosce la necessità di tutelare la privacy dei cittadini e di adeguare la normativa italiana alle sentenze della Cedu. Dall’altro, ribadisce l’importanza delle intercettazioni nella lotta alla criminalità organizzata, sottolineando la necessità di strumenti efficaci per contrastare l’evoluzione dei metodi di comunicazione utilizzati dalla mafia. La riforma delle intercettazioni si presenta quindi come un compito arduo, che dovrà trovare un equilibrio tra la tutela dei diritti fondamentali e la lotta alla criminalità. Sarà interessante osservare come il governo affronterà questa sfida e quali saranno le soluzioni adottate per garantire un sistema di intercettazioni efficace e rispettoso dei diritti umani.