Il rimpatrio di Chico Forti: un successo dopo anni di battaglie
Dopo anni di battaglie legali e politiche, Chico Forti, detenuto negli Stati Uniti per un omicidio di cui si è sempre dichiarato innocente, è stato finalmente trasferito in Italia. Il parlamentare di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe, che ha seguito il caso da vicino fin dal febbraio 2023, ha confermato la notizia, svelando i retroscena di un trasferimento che ha richiesto un lavoro certosino con Palazzo Chigi e un’attenta gestione della comunicazione per non compromettere il delicato processo di rimpatrio. “Nelle ultime settimane l’attenzione su Forti è stata impressionante e i tentativi di contattarlo non si contano”, ha spiegato Di Giuseppe, sottolineando la delicatezza della situazione e l’importanza di mantenere la massima riservatezza per evitare di intralciare le trattative con le autorità statunitensi. “Abbiamo dovuto rinviare l’annuncio del trasferimento in Italia e muoverci in modalità silenziosa perché c’era il concreto rischio di irrigidire e indispettire all’ultimo secondo le autorità statunitensi, una situazione che avrebbe potuto bloccare il transfer, vanificando il duro lavoro portato avanti fino a oggi e distruggendo il sogno di tornare a casa del nostro connazionale.”
Il ruolo del governo italiano e la critica a chi ha “giocato sulla pelle di una persona detenuta”
Di Giuseppe ha sottolineato il ruolo fondamentale del governo italiano, in particolare di Giorgia Meloni, nel portare a termine il trasferimento di Forti. “Questo governo, in prima persona Giorgia Meloni, ha mantenuto quanto promesso, a differenza di chi, per farsi pubblicità, ha giocato sulla pelle di una persona detenuta da un quarto di secolo: si lavora in silenzio fino a risultato ottenuto.” Il parlamentare ha espresso un chiaro messaggio di critica a coloro che, secondo lui, hanno strumentalizzato la vicenda di Forti per fini politici.
Le parole di Forti: “Per me inizia una nuova vita”
Di Giuseppe ha raccontato anche le parole di Forti dopo la notizia del suo trasferimento: “Ho visitato spesso Chico nell’ultimo anno – concude il parlamentare – e, da quando è stata data la notizia del suo trasferimento, ci siamo sentiti spesso: pochi giorni fa mi ha detto che per lui inizia una nuova vita e che non vede l’ora di riabbracciare la madre.” Il parlamentare ha sottolineato la gioia e la speranza che si respiravano nelle parole di Forti, finalmente in grado di tornare in Italia dopo anni di detenzione negli Stati Uniti.
Ringraziamenti e precisazioni: un trasferimento, non una scarcerazione
Di Giuseppe ha concluso il suo intervento ringraziando tutte le persone che hanno contribuito al trasferimento di Forti, dallo stato della Florida e il governo americano per la collaborazione, allo studio Tacopina per il lavoro legale e la famiglia Bocelli, da sempre al fianco di Forti, per il supporto umano. Ha poi precisato che il rimpatrio non rappresenta una scarcerazione, ma un trasferimento in Italia dove Forti, secondo le leggi italiane, finirà di scontare la sua pena.
Un successo diplomatico e un messaggio di speranza
Il rimpatrio di Chico Forti rappresenta un successo diplomatico per il governo italiano e un messaggio di speranza per tutti coloro che si trovano in situazioni simili. La vicenda di Forti ha dimostrato la tenacia e la determinazione con cui il governo italiano si batte per i suoi cittadini all’estero, anche in situazioni complesse. Il caso di Forti ha inoltre sollevato un importante dibattito sulla giustizia internazionale e sulla necessità di garantire i diritti dei cittadini italiani all’estero.