Un’italiana a Buenos Aires: Beatrice Venezi dirige la Turandot al Teatro Colon
Beatrice Venezi, la giovane direttrice d’orchestra italiana, è pronta a incantare Buenos Aires con la sua interpretazione della Turandot di Giacomo Puccini. Dal 23 maggio, per nove serate, Venezi dirigerà l’orchestra del Teatro Colon, uno dei templi della musica più importanti al mondo. Un debutto che la riempie di orgoglio, come lei stessa ha dichiarato: “Sono piena di orgoglio perché rappresento l’Italia”.
Nata a Lucca, la città del celebre compositore, Venezi è stata accolta con entusiasmo dal pubblico argentino. “Ho ricevuto una grande accoglienza, è un onore trovarmi in uno dei templi della musica più importanti del mondo, oltretutto nell’anno pucciniano”, ha commentato in un’intervista telefonica all’ANSA. La direttrice ha elogiato l’orchestra e il coro del Teatro Colon, definendoli “di altissimo livello”, e ha espresso apprezzamento per l’atmosfera che si respira in Argentina.
“Qui il teatro è frequentato da un pubblico eterogeneo, che valorizza sul serio la modernità di questi grandi classici, la loro enorme forza comunicativa. Purtroppo è un punto di vista che noi abbiamo un po’ perso nel Vecchio Continente”, ha osservato Venezi, sottolineando la vitalità del teatro in Argentina.
Un’interpretazione attuale della Turandot
Venezi ha evidenziato l’attualità della Turandot, ponendo l’accento sul ruolo del coro come rappresentazione della società pronta a giudicare. “Prendiamo Turandot: il coro siamo noi, la società sempre pronta a giudicare, le assonanze con l’attualità sono tantissime”, ha spiegato. La direttrice ha sottolineato l’affetto, la curiosità e l’interesse che ha riscontrato in Argentina per la sua musica e per la cultura italiana.
“Ovunque mi muova respiro un profondo amore per l’italianità, mi sento totalmente a casa”, ha raccontato Venezi, che il 2 giugno condurrà anche il tradizionale concerto per la Festa della Repubblica italiana presso il Teatro Coliseo, sempre a Buenos Aires.
La cultura italiana in Argentina: un legame forte
La scelta di Venezi di dirigere la Turandot al Teatro Colon coincide con la Giornata dell’emigrante italiano, che in Argentina si celebra il 3 giugno. “Tutte queste coincidenze non sono casuali, è tutto correlato: non passa giorno che qualcuno non mi fermi ricordandomi le sue discendenze italiane”, ha detto Venezi, colpita dal forte legame che esiste tra l’Argentina e l’Italia.
La direttrice ha espresso anche grande ammirazione per il livello culturale dell’argentino medio, sottolineando la passione per la lettura e l’informazione. “Legge parecchio, lo si vede dal gran numero di librerie, e compra ancora tanti giornali. La cultura viene abbracciata a 360 gradi”, ha affermato.
Una direttrice che non si piega alle etichette
Venezi si definisce “direttore”, al maschile, e ha spiegato la sua scelta: “Ho una mentalità anglosassone, non bado alle declinazioni al femminile”. Questa scelta le ha attirato diverse critiche, soprattutto da parte di alcune femministe che la rimproverano di non fare abbastanza per le donne.
“Dipende da quale campana vengono certe accuse. A me, come donna, interessano le cose concrete, piuttosto che preoccuparmi per il linguaggio inclusivo. Il mio impegno nel mondo parla per sé: alla mia età non ci sono tante donne a fare questo mestiere, credo che ciò sia più importante che limitarsi a un vezzo di forma”, ha risposto Venezi, dimostrando una forte determinazione e un’autentica passione per la musica.
Un futuro ricco di progetti
Venezi ha già in programma numerosi impegni futuri, tra cui il Festival Puccini di Torre del Lago e il Festival internazionale dell’Accademia Chigiana di Siena. A fine giugno sarà a Sassari per la prima mondiale della versione italiana di ‘Falso tradimento’, del compositore Marco Tutino.
La giovane direttrice d’orchestra italiana è un esempio di talento e determinazione, una donna che si batte per la sua passione e che non si lascia condizionare dalle etichette. La sua carriera è appena iniziata, ma già promette di essere ricca di successi e di emozioni.