Il passato di Alessandro Giuli al centro dell’inchiesta di Report
L’inchiesta di Report, in onda domenica 27 ottobre alle 20.30 su Rai3, ha svelato un passato poco noto del ministro della Cultura Alessandro Giuli. In una clip diffusa sui social, Rainaldo Graziani, referente della destra extraparlamentare neofascista e neonazista, ha raccontato la militanza di Giuli all’interno del movimento Meridiano Zero, di ispirazione neonazista. Graziani ha definito Giuli una “figura brillante” all’interno dell’organizzazione, evidenziando il suo ruolo di spicco. “Sicuramente era una delle figure brillanti”, ha affermato Graziani, “altrimenti chi mai vorrebbe dare un ministero, se non a una figura brillante?”.
La replica di Alessandro Giuli
Il ministro Giuli, interpellato dai giornalisti di Report sulla sua militanza a Meridiano Zero, ha confermato la sua appartenenza al movimento, ma ha smentito la presenza di un tatuaggio con un’aquila del Ventennio. “Che c’era bisogno che lo dicesse Rainaldo Graziani? Lo avevo già scritto io in passato, sul Foglio”, ha dichiarato Giuli, sorridendo. Ha poi spiegato che il tatuaggio raffigura una riproduzione di una moneta del I secolo dopo Cristo, età imperiale. “È talmente evidente”, ha detto Giuli, “si tratta di una riproduzione di una moneta del I secolo dopo Cristo, età imperiale. Volete fare una retata per arrestare l’imperatore Augusto e i suoi successori fino a Nerone?”. Quando gli è stato chiesto se il tatuaggio raffigura un’aquila non legata al Ventennio, Giuli ha risposto: “Non c’entra nulla il Ventennio”.
Un passato da chiarire
Le dichiarazioni di Graziani e le risposte di Giuli sollevano interrogativi sulla militanza del ministro della Cultura in un movimento di ispirazione neonazista. La sua affermazione sulla natura del tatuaggio, sebbene plausibile, non chiarisce del tutto il suo passato e il suo legame con Meridiano Zero. È importante che il ministro fornisca ulteriori dettagli e chiarimenti sulla sua militanza e sui suoi legami con il movimento, per garantire la trasparenza e la fiducia nel suo ruolo istituzionale.