Numero chiuso a Medicina: la critica della ministra Bernini
La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha espresso un’aperta critica al numero chiuso per l’accesso al corso di laurea in Medicina, definendolo una “vergogna” e un'”ipocrisia”. Durante un question time alla Camera dei Deputati, la Bernini ha risposto ad una domanda della deputata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa, affermando che non si può più accettare la situazione in cui gli studenti italiani sono costretti a trasferirsi all’estero per poter studiare Medicina a causa del numero chiuso.
“Meglio aule piene che vuote”
La ministra ha sottolineato la sua preferenza per aule piene piuttosto che vuote, dichiarando: “Consultero’ tutti ma preferisco preoccuparmi che le aule siano troppo piene che piangere sul disastro di aule vuote”. La sua posizione si pone in netto contrasto con la politica del numero chiuso, che limita il numero di studenti ammessi ad ogni corso di laurea, spesso con l’obiettivo di garantire un rapporto docente-studente ottimale e un’adeguata qualità della didattica.
Aiuti per gli studenti fuori sede
Bernini ha inoltre promesso di aiutare gli studenti che hanno dovuto trasferirsi all’estero per studiare Medicina, affermando: “Vogliamo che gli studenti che lo hanno fatto siano messi in condizioni di tornare”. Questo annuncio potrebbe aprire la strada a nuove misure di sostegno per gli studenti italiani che si trovano a dover affrontare le difficoltà di studiare all’estero, come ad esempio borse di studio o agevolazioni per il rientro in Italia.
Un’apertura al dialogo
La ministra ha concluso il suo intervento ringraziando “tutte le forze politiche”, aprendo così la porta ad un dialogo con le diverse forze politiche per trovare una soluzione al problema del numero chiuso e per garantire un accesso equo e meritocratico alle università italiane.
L’impatto del numero chiuso sull’istruzione
La dichiarazione della ministra Bernini solleva un dibattito importante sul ruolo del numero chiuso nell’istruzione superiore italiana. Da un lato, il numero chiuso può essere visto come uno strumento per garantire la qualità della didattica e un adeguato rapporto docente-studente. Dall’altro lato, il numero chiuso può limitare l’accesso all’università e costringere gli studenti a trasferirsi all’estero, con conseguenti difficoltà economiche e sociali. È importante trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la qualità dell’istruzione e il diritto di accesso all’università per tutti.