Il mare come humus originario e destino comune
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha annunciato la nomina di Guendalina Salimei come curatrice del Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, in programma nel 2026. Il progetto curato da Salimei si intitola ‘TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare’ e si propone di esplorare il rapporto profondo e complesso tra il territorio italiano e il mare, non solo come elemento geografico, ma come humus originario e destino comune.
Il ministro Giuli ha sottolineato l’urgenza di affrontare il tema del mare come “occasione nomadica, frontiera mobile, paesaggio interiore dell’uomo che ridisegna architetture liquide e città sommerse”.
La scelta di Salimei come curatrice è stata motivata dalla sua visione innovativa e dalla sua capacità di mettere al centro della riflessione architettonica il legame tra l’Italia e il mare, un rapporto che, secondo il ministro, è stato a lungo trascurato.
“Questo incarico rappresenta un’importante opportunità per mettere al centro delle riflessioni architettoniche, tecniche e culturali il rapporto del nostro territorio con il mare: il Mediterraneo allargato ai vicini oceani”, ha commentato l’architetta Salimei. “La centralità di questo rapporto strutturale che incide sull’identità e sull’equilibrio ambientale del Paese è stata a lungo trascurata. Il Mediterraneo conforma le coste con centinaia di città portuali e un territorio che si spinge in profondità all’interno: si respira il mare dalle alture delle Alpi e degli Appennini.”
“Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio”, ha aggiunto Salimei.
Il progetto ‘TERRÆ AQUÆ’ si prefigge di creare un “grande laboratorio di idee e progetti per il futuro”, coinvolgendo un team multidisciplinare di progettisti, ricercatori e artisti.
“Sono entusiasta di lavorare con un team multidisciplinare d’eccellenza, con progettisti, ricercatori e artisti che contribuiranno a creare un grande laboratorio di idee e progetti per il futuro. Un sentito grazie a tutti coloro che parteciperanno a questa complessa e stimolante esperienza”, ha concluso Salimei.
Un progetto selezionato tra diverse proposte
Il progetto di Guendalina Salimei è stato scelto dal ministro Giuli tra una terna di proposte selezionate dalla Commissione di Valutazione dell’avviso pubblico a due fasi promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea del MiC.
Le altre due proposte erano “Homeness: Abitare visibile per cittadini invisibili” (gruppo curatoriale Habitus) e “ITALIAMARE. Viaggio nell’architettura del razionalismo mediterraneo” di Cherubino Gambardella.
La Commissione, presieduta da Angelo Piero Cappello e composta da Claudio Varagnoli, Paolo Desideri, Margherita Guccione e Renata Cristina Mazzantini, ha sottolineato l’alta qualità progettuale di tutti e dieci i dossier selezionati nella prima fase dell’avviso pubblico, evidenziando la loro credibilità, concretezza ed effettiva fattibilità.
La commissione ha poi concordato all’unanimità sulla terna di candidati da sottoporre al Ministro, valutandoli come i migliori anche in termini di originalità del progetto scientifico e competitività internazionale.
Sulla proposta progettuale di Guendalina Salimei, la commissione ha espresso la seguente valutazione: “La proposta curatoriale pone al centro della riflessione il tema del mare, la visione del Mediterraneo allargato ai vicini oceani, un elemento forte della cultura italiana che definisce le coste e il territorio. Particolare attenzione è dedicata alla sostenibilità delle trasformazioni, in linea con quanto proposto da Carlo Ratti. La selezione di architetti avviene attraverso una chiamata aperta volta a raccogliere contributi progettuali, teorici e multimediali sul ripensamento del rapporto tra terra e mare. Un comitato scientifico avrà il compito di selezionare le proposte da inserire all’interno del progetto espositivo.”
L’allestimento del Padiglione Italia si articola in diverse soluzioni, interpretando il concetto di ‘soglia’. Il percorso espositivo inviterà a riflessioni diverse affrontando la memoria del passato attraverso un censimento dello stato di fatto e sul futuro attraverso lo strumento della chiamata aperta. Il dispositivo espositivo consentirà una lettura differenziata dei temi attraverso ambienti immersivi, strumenti multimediali e soluzioni interattive.
Un’occasione per riflettere sul futuro dell’architettura italiana
Il progetto ‘TERRÆ AQUÆ’ si presenta come un’occasione importante per riflettere sul futuro dell’architettura italiana, in un contesto internazionale come la Biennale di Venezia.
Il tema del mare, come humus originario e destino comune, è un tema di grande attualità, che coinvolge non solo l’architettura, ma anche l’ambiente, la cultura e la società.
Il progetto di Guendalina Salimei si propone di dare un contributo importante a questo dibattito, offrendo una visione innovativa e multidisciplinare del rapporto tra l’Italia e il mare.
I dettagli del progetto saranno presentati nel corso di una conferenza stampa dedicata, prevista nei primi mesi del 2025.
Una visione innovativa per il Padiglione Italia
La scelta di Guendalina Salimei come curatrice del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia rappresenta una scelta innovativa e promettente. Il suo progetto ‘TERRÆ AQUÆ’ si propone di affrontare un tema di grande attualità, il rapporto tra l’Italia e il mare, in modo originale e multidisciplinare. La sua visione, che mette al centro la sostenibilità e l’integrazione tra architetture, infrastrutture e paesaggio, è in linea con le sfide che l’architettura contemporanea è chiamata ad affrontare.
Sarà interessante vedere come il progetto si svilupperà nei prossimi mesi e come sarà accolto dalla critica internazionale.