Il ritorno dei capolavori
Diciotto capolavori sono tornati al Museo e Real Bosco di Capodimonte dopo lunghi periodi di prestito in Italia e all’estero. Tra le opere in mostra, spiccano la “Danae” e i ritratti di Paolo III di Tiziano, “Antea” del Parmigianino, “Giuditta decapita Oloferne” di Artemisia Gentileschi, “La Flagellazione” di Caravaggio, l’iconico “Vesuvio” di Andy Warhol e la Cassetta Farnese. Queste opere sono ora esposte in un nuovo allestimento nella grande sala 62 al secondo piano del museo.
Il direttore del museo, Eike Schmidt, ha sottolineato l’importanza del ritorno di queste opere iconiche, affermando che “l’identità delle collezioni storiche di Capodimonte è un patrimonio di Napoli”.
Rilancio del museo
Il ritorno dei capolavori segna l’inizio di una nuova fase per il Museo di Capodimonte. Schmidt punta a rilanciare il museo, invitando i cittadini di Napoli a riscoprire le sue collezioni e a farne un punto di riferimento culturale. Il direttore ha espresso la volontà di “invertire la tendenza” e di far sì che Capodimonte diventi “una meta irrinunciabile del turismo culturale italiano”.
Schmidt ha anche sottolineato l’importanza del dialogo del museo con il suo territorio, affermando che “vogliamo che il museo si imponga nuovamente quale meta irrinunciabile del turismo culturale italiano, con flussi più adeguati al suo prestigio, che i cittadini lo frequentino con orgoglio, riconoscendosi nella sua storia per trasmetterla alle giovani generazioni”.
Il contesto del riallestimento
Il riallestimento delle opere è stato dettato anche dai lavori in corso per la transizione digitale ed ecologica del museo. Schmidt ha sottolineato che il suo obiettivo “non è quello di rompere col passato, ma di proseguire e completare quello che è stato iniziato”, con l’obiettivo di “restituire a Capodimonte la sua antica vocazione”.
Oltre ai 18 capolavori appena rientrati, altre importanti opere sono già esposte da inizio ottobre nelle rispettive sale di provenienza, tra cui “La Trasfigurazione” di Bellini, “la Crocifissione” di Masaccio, “La Fondazione di Santa Maria Maggiore” e “l’Assunzione della Vergine” di Masolino e il “San Girolamo” di Colantonio.
La sfida del rilancio
Il rilancio del Museo di Capodimonte è una sfida complessa, che richiede un’azione concertata da parte del museo, delle istituzioni e della cittadinanza. Il ritorno dei capolavori è un passo importante, ma è solo l’inizio di un percorso che dovrà coinvolgere tutti gli attori interessati. È importante che il museo si apra al territorio, offrendo ai cittadini la possibilità di partecipare attivamente alla vita culturale del museo. Un’azione di questo tipo potrebbe contribuire a creare un senso di appartenenza e a rilanciare l’immagine del museo come un luogo di incontro e di scambio culturale.