L’accusa di diffamazione aggravata
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio successivo, è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata. L’accusa è stata presentata da Gabriella Micheli e Salvatore Nasti, vicini di casa della coppia, che si sono sentiti diffamati da alcune dichiarazioni di Visintin rilasciate in due trasmissioni televisive il 22 e il 29 settembre 2023.
Secondo i vicini, le parole di Visintin avrebbero insinuato che la sera della scomparsa di Liliana, essi sarebbero entrati in casa sua e di Lilli con uno stratagemma, forse portando via qualcosa, come le chiavi di casa.
Le dichiarazioni di Visintin e la querela
L’avvocato Francesco Mazza, legale di Micheli e Nasti, ha spiegato che Visintin avrebbe fatto “insinuazioni nei confronti dei miei assistiti” che, nel settembre 2023, hanno quindi presentato querela.
Il pm Maddalena Chergia, dopo aver valutato le dichiarazioni di Visintin, ha ritenuto che gli indizi potessero essere plausibili e ha quindi disposto il rinvio a giudizio.
Il processo e la costituzione di parte civile
La prima udienza del processo è stata fissata per il 20 novembre al Tribunale di Trieste. L’avvocato Mazza ha annunciato che i suoi assistiti si costituiranno parte civile nel procedimento.
Considerazioni personali
La vicenda di Liliana Resinovich è stata segnata da una serie di misteri e interrogativi, e le dichiarazioni di Sebastiano Visintin hanno contribuito a alimentare le polemiche e le tensioni. La decisione del pm di rinviare a giudizio Visintin per diffamazione aggravata rappresenta un passo importante per far luce su questa complessa vicenda e per garantire che le accuse mosse nei confronti dei vicini di casa siano valutate con la dovuta attenzione. Sarà compito del tribunale di Trieste stabilire se le dichiarazioni di Visintin siano effettivamente diffamatorie e se abbiano danneggiato la reputazione dei vicini di casa.