Un connubio unico tra arte e tecnologia
Nel 1975, la BMW e il pilota francese Hervé Poulain ebbero l’idea di far personalizzare da un artista una vettura da corsa. Un gesto creativo che ha dato vita a un fenomeno globale, un legame indissolubile tra automobili e arte. Le Bmw Art Cars sono diventate un simbolo di design e innovazione, un’espressione di creatività che ha attraversato decenni e generazioni.
Gli artisti che hanno partecipato al progetto hanno utilizzato le tecniche grafiche e artistiche più disparate, trasformando le ‘tele’ più diverse, dai bolidi da competizione alle auto di serie, in opere d’arte uniche. Ogni Bmw Art Car è un pezzo unico, un’espressione originale dell’artista che l’ha realizzata.
Una sfida stimolante per gli artisti
“Lavorare con questi artisti per noi è sempre interessante”, ha detto Adrian Van Hooydonk, responsabile del centro stile del Gruppo Bmw, durante il talk su Bmw Art Cars che si è tenuto nell’ambito del Concorso di Eleganza di Villa D’Este. “Perché da una parte è una sfida e dall’altra è un’attività molto stimolante”.
“Questo perché gli artisti interpellati hanno delle opinioni su quello che succede nella società e hanno anche la capacità di guardare molto nel futuro. E questo per noi è molto rilevante per il nostro lavoro. Si possono avere vedute diverse però a questi artisti, che sono molto noti, bisogna dare molta libertà di espressione”.
La Bmw M Hybrid V8 di Julie Mehretu
L’ultima nata nella famiglia delle Bmw Art Cars è la Bmw M Hybrid V8, decorata dall’artista newyorkese Julie Mehretu. L’auto, che ha debuttato a Villa D’Este, è stata presentata staticamente a Parigi qualche giorno fa. E come spesso è avvenuto nell’ormai lunga tradizione delle Bmw Art Cars, la vettura diventerà un’opera d’arte ‘dinamica’ in quanto gareggerà alla imminente 24 Ore di Le Mans.
“Naturalmente per fare una Art car che scenderà in pista”, ha detto Van Hooydonk, “occorre rispettare tante regole e Mehretu ha capito subito che una macchina da corsa deve essere competitiva e quindi nel realizzare la sua opera non ha interferito su questo aspetto”.
Un progetto ambizioso e una collaborazione intensa
Adrian Van Hooydonk ha ricordato che con Julie Merhetu “il progetto è iniziato circa tre anni fa. All’inizio avevamo pensato di fare un’auto stradale, una i4. Per un anno e mezzo abbiamo lavorato su questo progetto ma poi ci è venuta l’idea di fare una macchina da competizione perché la maggior parte delle Art Car erano macchine da corsa”.
“Quindi”, ha aggiunto, “abbiamo proposto a Julie di cambiare progetto, cambiare direzione e fare una macchina da corsa. E lei ha accettato la sfida. Era un po’ più difficile, credo per lei, perché c’erano più cose da osservare e più regolanti da rispettare, ma lei si è subito innamorata delle corse e del progetto. L’abbiamo invitata a Daytona e subito è entrata nel team”.
Un’eredità di artisti di fama mondiale
Adrian Van Hooydonk ha ricordato che su queste auto, che sono vere e proprie opere d’arte, “hanno lavorato dal 1975 artisti del calibro di Frank Stella, Andy Warhol, César Manrique, Esther Mahlangu, David Hockney, Jenny Holzer, Cao Fei e John Baldessari”.
“Sono stato fortunato di aver lavorato con parecchi artisti, è sempre una gioia, sempre fonte di molta ispirazione. Ogni tanto ci sono anche difficoltà, ma questo è normale, questo è il design. Per noi la cosa più importante o interessante di lavorare con questi artisti è di discutere con loro sul futuro, perché questo argomento ci interessa tantissimo”.
Il futuro dell’arte e del design
“Come direttore del centro stile di Bmw”, ha detto Adrian Van Hooydonk, “all’inizio di un progetto lascio il mio team completamente libero di esprimersi perché così arrivano molte idee, molta creatività. Ed è poi durante il progetto che aggiungiamo tutto quello che serve per rispettare le normative”.
“Ma nel caso di una macchina da corsa è ancora un po’ più difficile perché tutto è dedicato alla velocità e, diciamo, a cercare di vincere. La performance è molto importante e Julie ha capito subito che con la sua arte stava creando qualcosa di straordinario senza però penalizzare il team che dovrà gareggiare a Le Mans”.
Un’esperienza unica e un’ispirazione continua
E ha confessato che “Julie Merhetu non conosceva le corse e noi l’abbiamo invitata alla 24 ore di Daytona e da lì è iniziata la storia”. E dalla sua nuova passione sono nati “anche i disegni delle tute e dei caschi dei piloti”.
Le Bmw Art Cars sono un’icona di design e innovazione, un connubio unico tra arte e tecnologia che continua a ispirare e a sorprendere. Un’eredità che si rinnova di generazione in generazione, un’espressione di creatività e di passione che non conosce confini.
Il futuro delle Bmw Art Cars
Le Bmw Art Cars rappresentano un connubio unico tra arte e tecnologia, un’espressione di creatività e di innovazione che ha un forte impatto sul mondo. Il futuro di questo progetto è ricco di potenzialità. La collaborazione con artisti di fama internazionale, la scelta di veicoli sempre più innovativi e la possibilità di sperimentare nuove tecnologie offrono un terreno fertile per la nascita di nuove opere d’arte uniche. Sarà interessante vedere come il progetto si evolverà in futuro, come si adatterà alle nuove tendenze e come interpreterà le sfide del mondo contemporaneo.