Un calo demografico senza precedenti
L’Italia continua a confrontarsi con un preoccupante calo demografico. I dati dell’Istat relativi al 2023 confermano un nuovo record negativo di nascite, con un totale di 379.890 bambini venuti alla luce, il 3,4% in meno rispetto al 2022. Questo trend negativo si inserisce in un contesto di lungo periodo, con una perdita complessiva di 197.000 unità dal 2008, anno in cui il numero di nati superava le 576.000 unità. Il calo si è attestato a circa 13.000 unità all’anno, con un tasso di variazione medio annuo del 2,7 per mille.
La diminuzione delle nascite si riflette anche nel numero di primogeniti, che nel 2023 ha registrato un calo del 3,1% rispetto al 2022, tornando ai livelli del 2021. L’aumento osservato nel 2022 è stato attribuito al recupero di progetti riproduttivi rinviati durante la pandemia. I secondi figli sono diminuiti del 4,5%, mentre quelli di ordine successivo del 1,7%.
L’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’età media al parto
L’età media delle madri al primo figlio nel 2023 è stata di 31,7 anni, in aumento rispetto ai 28 anni del 1995. Considerando tutti gli ordini di nascita, l’età media al parto è salita a 32,5 anni nel 2023, rispetto ai 32,4 anni del 2022. L’età media al parto è più alta per le italiane (33,0 anni) rispetto alle straniere (29,7 anni).
L’aumento dell’età media al parto è un’ulteriore conferma dell’invecchiamento della popolazione italiana, con conseguenze importanti per il sistema previdenziale e sanitario. La scelta di avere figli in età più avanzata è legata a diversi fattori, tra cui la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, l’instabilità economica e la crescente diffusione di modelli di vita individualistici.
La diminuzione delle nascite fuori dal matrimonio
Nel 2023, contrariamente alla tendenza degli ultimi anni, il numero di figli nati fuori dal matrimonio è lievemente diminuito, attestandosi a 160.942 unità, con un calo di poco più di 2.000 unità rispetto al 2022. Nonostante la diminuzione, l’incidenza dei figli nati fuori dal matrimonio sul totale delle nascite continua a crescere, raggiungendo il 42,4% nel 2023, con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al 2022.
La crescita dell’incidenza delle nascite fuori dal matrimonio è un fenomeno che si osserva da diversi anni, e che riflette l’evoluzione dei modelli familiari e l’affermazione di nuove forme di convivenza. La diminuzione osservata nel 2023 potrebbe essere dovuta a diversi fattori, tra cui la crisi economica e la crescente difficoltà di accesso al lavoro.
La fecondità al minimo storico
Il numero medio di figli per donna nel 2023 si è attestato a 1,20, in calo rispetto all’1,24 del 2022. Questo dato rappresenta il minimo storico dal 1995, quando la fecondità totale era pari a 1,19. Nel confrontare questi due valori, è importante considerare la differenza nella composizione per cittadinanza della popolazione femminile. Nel 1995, il tasso di fecondità totale era quasi interamente attribuibile alle italiane, mentre il contributo delle donne straniere era ancora esiguo.
L’aumento della popolazione straniera dopo il 1995 e la loro tendenza a realizzare i progetti riproduttivi in Italia avevano contribuito a una ripresa della fecondità nel primo decennio degli anni Duemila. Tuttavia, dal secondo decennio degli anni 2000 in poi, lo scenario è cambiato, con una continua diminuzione della fecondità, che non sembra arrestarsi neanche nel 2024.
I nomi più popolari: Leonardo e Sofia
Leonardo e Sofia si confermano i nomi più popolari per i neonati in Italia nel 2023. Leonardo mantiene il primato conquistato nel 2018, seguito da Edoardo, che conquista il secondo posto sul podio per la prima volta. Tommaso si conferma al terzo posto, mentre Francesco esce dal podio, attestandosi al quarto posto.
Tra i nomi femminili, Sofia e Aurora mantengono le prime due posizioni, seguite da Ginevra, che sale dalla quarta posizione, e Vittoria, che prende il suo posto. Giulia scivola in quinta posizione, dopo essere stata al terzo posto l’anno scorso.
Il calo delle nascite da genitori stranieri
Nel 2023 si registra un calo anche delle nascite da genitori stranieri. Le nascite da genitori in cui almeno uno dei partner è straniero, che rappresentano il 21,3% del totale, sono passate da 82.216 nel 2022 a 80.942 nel 2023. Dal 2012, ultimo anno in cui si è osservato un aumento rispetto all’anno precedente, il calo è stato di 27.000 unità.
L’Emilia-Romagna è la regione con la più alta incidenza di nati stranieri rispetto al totale (21,9%). Tra le altre regioni del Nord, un nato su cinque è straniero in Liguria e Lombardia, seguite dal Veneto (18,6%), Piemonte e Friuli Venezia Giulia (17,9%). Al Centro spicca la Toscana (18,1%), mentre nel Mezzogiorno la percentuale è decisamente più contenuta, con un minimo in Sardegna del 3,9% e un massimo in Abruzzo del 10%.
Un futuro incerto per l’Italia
Il calo demografico è una sfida complessa e multiforme che richiede un’azione concertata da parte delle istituzioni, delle famiglie e della società civile. E’ necessario investire in politiche a sostegno della natalità, della famiglia e del lavoro, per creare un ambiente più favorevole alla genitorialità. Inoltre, è importante promuovere un’educazione alla cittadinanza responsabile, che valorizzi il ruolo della famiglia e l’importanza della coesione sociale. Il futuro dell’Italia dipende dalla capacità di affrontare questa sfida con lungimiranza e determinazione.