Il libro di Montanari in Aula
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha attirato l’attenzione dei presenti in Aula durante il question time con un insolito accessorio: il libro “Se amore guarda” di Tomaso Montanari. Il testo, pubblicato nel 2003, è stato posizionato sullo scranno del ministro mentre rispondeva all’interrogazione di Maurizio Lupi di Noi Moderati sulle iniziative volte a incentivare una gestione maggiormente sostenibile delle istituzioni museali.
La scelta del libro non è casuale. “Se amore guarda” è un’opera che esplora il significato profondo del patrimonio culturale, definendolo come “la nostra religione civile” e come “educazione sentimentale”. Il libro si concentra sul ruolo del patrimonio culturale nella formazione dell’identità individuale e collettiva, sottolineando la sua capacità di liberare dalla “dittatura del presente” e dall’illusione di essere i padroni della storia.
Nella quarta di copertina, si legge: “Il patrimonio culturale – si sintetizza tra l’altro nella quarta di copertina – può trovare un senso solo se ci permette di liberarci dalla dittatura del presente, dall’illusione di essere i padroni della storia, dalla retorica avvelenata dell’identità”.
La presenza del libro in Aula potrebbe essere interpretata come un segnale da parte del ministro Giuli della sua attenzione al ruolo del patrimonio culturale nella società contemporanea. Il libro di Montanari, con la sua analisi profonda e riflessiva, offre un’interpretazione del patrimonio culturale che va oltre la mera conservazione di beni materiali, evidenziando il suo valore intrinseco come strumento di formazione e di emancipazione.
Il valore del patrimonio culturale
Il libro di Montanari pone l’accento sul valore del patrimonio culturale come strumento di conoscenza e di auto-coscienza. L’idea che il patrimonio culturale sia “la nostra religione civile” suggerisce che esso rappresenta un sistema di valori e di credenze che ci aiuta a comprendere il mondo e il nostro posto in esso. La definizione del patrimonio culturale come “educazione sentimentale” sottolinea il suo ruolo nella formazione della nostra sensibilità e della nostra capacità di empatia.
Montanari, nel suo libro, critica l’approccio superficiale al patrimonio culturale che si limita a considerare i beni materiali come meri oggetti da collezionare o da esporre. Il suo messaggio è chiaro: il patrimonio culturale ha un valore profondo che va oltre il suo aspetto materiale, e il suo ruolo nella società è quello di aiutarci a comprendere il passato, a riflettere sul presente e a costruire un futuro migliore.
Un messaggio di speranza
La scelta di Giuli di portare con sé il libro di Montanari in Aula è un segnale positivo. Il ministro dimostra di essere consapevole del valore del patrimonio culturale e del suo ruolo nella società contemporanea. Il libro di Montanari offre una prospettiva profonda e riflessiva sul patrimonio culturale, che può essere di grande ispirazione per tutti coloro che si occupano di cultura e di educazione.