Confermate le condanne per il blitz “Cavalli di razza”
La Corte d’Appello di Milano ha confermato le condanne emesse nell’aprile del 2023 per i presunti affiliati alla ‘ndrangheta coinvolti nell’operazione “Cavalli di razza”, che aveva colpito il clan nel Comasco. Le pene, fino a 16 anni e 10 mesi di reclusione, sono state confermate per Daniele Ficarra, Antonio Carlino, Alessandro Tagliente e Massimiliano Ficarra, quest’ultimo ritenuto la mente economica della cosca di Fino Mornasco. Un imputato, assolto in primo grado, è stato condannato a un anno e 10 mesi, pena sospesa. Tra gli assolti in primo grado figurava Giuseppe Iaconis, figlio dello storico boss Bartolomeo Iaconis, condannato a oltre 11 anni di reclusione nel rito abbreviato.
Un’indagine di ampia portata
Il processo “Cavalli di razza” è scaturito da un’indagine coordinata dalle Dda di Milano, Reggio Calabria e Firenze, che ha portato a oltre cento misure cautelari in tutta Italia. L’inchiesta ha colpito la cosca dei Molé-Piromalli, svelando un’intricata rete di infiltrazioni mafiose nel territorio comasco. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Milano e dalla Gdf di Como, hanno evidenziato il ruolo di alcuni imputati in episodi di violenza e minacce nei confronti dei dirigenti della Spumador spa, azienda di bevande gassate finita sotto il controllo dei clan. La Spumador era stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria per infiltrazioni mafiose, poi revocata.
Un duro colpo alla ‘ndrangheta nel Comasco
Il processo “Cavalli di razza” rappresenta un duro colpo alla ‘ndrangheta nel Comasco. Le condanne confermate in appello dimostrano la gravità dell’infiltrazione mafiosa nel territorio e l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastarla. L’indagine ha svelato un’organizzazione criminale ben radicata, con un’influenza significativa sull’economia locale. Le condanne, seppur importanti, non rappresentano la fine della lotta contro la criminalità organizzata. La magistratura e le forze dell’ordine continueranno a lavorare per contrastare il fenomeno e garantire la sicurezza dei cittadini.
La lotta contro la criminalità organizzata
Le condanne confermate in appello nel processo “Cavalli di razza” dimostrano l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura nel contrastare la criminalità organizzata. Il processo ha svelato un’organizzazione criminale ben radicata nel territorio comasco, con un’influenza significativa sull’economia locale. La lotta contro la ‘ndrangheta è un impegno costante e complesso, che richiede un’azione coordinata e un’attenzione costante da parte delle istituzioni.