La delusione dei sindacati dei commercialisti
Le quattro sigle sindacali dei commercialisti (Anc, Andoc, Fiddoc, Unico) hanno espresso delusione per la decisione del viceministro dell’Economia Maurizio Leo di non prorogare la scadenza del concordato preventivo biennale, prevista per il 31 ottobre. Le associazioni, che avevano promosso uno sciopero per il mancato slittamento dell’adempimento, hanno incontrato esponenti istituzionali a Montecitorio per sensibilizzarli sulle conseguenze della tempistica ridotta per le operazioni legate al concordato e al ravvedimento speciale.
Il presidente dell’Anc Marco Cuchel ha dichiarato che, “pur apprezzando gli sforzi del viceministro, sempre attento verso di noi”, c’è “perplessità” per la decisione di non voler rinviare la scadenza, laddove ciò, ha ricordato, “è stato chiesto dal Consiglio nazionale e dai sindacati dei commercialisti, ma anche dai consulenti del lavoro e da Assosoftware”, visto che “il tempo è poco”.
Anche il presidente di Unico Domenico Posca ha espresso la sua delusione, sottolineando che “già negli anni passati ci siamo messi a disposizione delle Istituzioni, dell’Agenzia delle Entrate”, favorendo “il passaggio al fisco telematico e alla fatturazione elettronica”, però, “dinanzi ad un’oggettiva difficoltà, a pochi giorni dalle ultime modifiche” allo strumento, “è deludente la risposta del governo. E del viceministro Leo”.
Il presidente dell’Andoc Mario Michelino ha messo in luce la “chiusura totale che emerge dalle parole di Leo. Ciò ci lascia perplessi, perché, quando ci sono norme che impattano sull’aspetto tributario, devono essere necessariamente coinvolti i tecnici, intesi – ha precisato – come i commercialisti che, poi, le devono applicare, quelle norme”.
Nonostante la delusione, i sindacati hanno dichiarato di non boicottare né di promuovere il provvedimento, assumendo una “posizione terza, quella dei tecnici”.
Le conseguenze della mancata proroga
La mancata proroga della scadenza del concordato preventivo biennale potrebbe avere conseguenze negative per i commercialisti, che si troveranno a dover gestire un numero elevato di pratiche in tempi ristretti. La tempistica ridotta potrebbe comportare un aumento del rischio di errori e di ritardi nella presentazione dei modelli di dichiarazione dei redditi, con possibili conseguenze per i contribuenti.
La decisione del governo di non prorogare la scadenza è stata criticata da diversi esponenti del settore, che hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere i tecnici, come i commercialisti, nella definizione delle norme che impattano sull’aspetto tributario. La loro esperienza e conoscenza del settore sono fondamentali per garantire l’efficacia e la correttezza dell’applicazione delle norme.
Il ruolo dei commercialisti nel sistema tributario
I commercialisti svolgono un ruolo fondamentale nel sistema tributario italiano, assistendo i contribuenti nella compilazione dei modelli di dichiarazione dei redditi e nella gestione delle loro obbligazioni fiscali. La loro esperienza e conoscenza del sistema tributario sono essenziali per garantire la corretta applicazione delle norme e la tutela dei diritti dei contribuenti.
La decisione del governo di non prorogare la scadenza del concordato preventivo biennale, senza un adeguato coinvolgimento dei commercialisti, rischia di mettere a rischio l’efficienza e la correttezza del sistema tributario italiano.
L’importanza del dialogo tra istituzioni e professionisti
La vicenda del concordato preventivo mette in luce l’importanza del dialogo tra istituzioni e professionisti. Le decisioni che impattano sul sistema tributario dovrebbero essere prese in considerazione con il contributo di esperti del settore, come i commercialisti, che possono fornire un’analisi dettagliata e un’interpretazione pragmatica delle norme. Un’adeguata collaborazione tra istituzioni e professionisti contribuirebbe a garantire la corretta applicazione delle norme e la tutela dei diritti dei contribuenti.