Una sfida per il titolo europeo
Pamela Malvina Noutcho Sawa, una giovane donna di 32 anni, è un’infermiera al Pronto Soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna e una pugile professionista. Il 25 ottobre, la sua città la vedrà salire sul ring del Paladozza per disputare la finalissima continentale dei pesi leggeri, una sfida che le potrebbe aprire le porte al campionato mondiale.
La sua carriera da professionista è stata finora impeccabile: sette incontri, sette vittorie. La sua determinazione e il suo talento le hanno permesso di conquistare il titolo Silver lo scorso aprile, e ora punta al titolo europeo. “Ci siamo, è da luglio che mi sto preparando tantissimo per questa sfida”, racconta Pamela all’ANSA. “Sto facendo tanto lavoro di gambe e di fiato, spero di arrivare all’appuntamento al top.”
Un percorso di integrazione e successo
La storia di Pamela è un esempio di integrazione e di successo. Arrivata in Italia all’età di otto anni dal Camerun, ha dovuto affrontare le sfide dell’adattamento a un nuovo ambiente e a una nuova cultura. “Il primo approccio con l’Italia è stato un po’ traumatico”, racconta Pamela. “In Camerun la vita era a colori, tanto verde e il rosso della terra. Qui mi sono ritrovata il grigio dei palazzi. Poi ho cominciato a scoprire tutto il resto, e sono felice qui.”
La sua passione per la boxe è nata per caso, durante un tirocinio in un centro di accoglienza. “Non avrei mai pensato di poter salire su un ring”, dice Pamela. “Tutto è nato mentre facevo tirocinio in un centro di accoglienza, c’era una palestra. Ho provato e non ho più smesso: adesso non potrei immaginare una vita senza la boxe.”
La sua vita è un equilibrio tra il lavoro al pronto soccorso e l’allenamento in palestra. “L’ospedale del resto è un po’ un ring”, dice Pamela. “Non devi mai perdere il controllo, la calma la concentrazione. Il rapporto con i pazienti mi ha aiutato tanto, si impara ogni giorno.”
Nel 2022, dopo un lungo iter burocratico, Pamela ha finalmente ottenuto la cittadinanza italiana. “Sono felice e orgogliosa di essere italiana”, afferma.
L’amore per la boxe e la sua città
Pamela è una pugile aggressiva e di pancia, ma il suo tecnico le ha fatto capire che per fare il salto di qualità ha bisogno di più tattica. “Sono aggressiva sul ring, molto di pancia, e il mio tecnico mi ripete che per fare il salto di qualità serve più tattica. Ci sto lavorando infatti.”
Il suo modello sul ring è la statunitense Claressa Shields, campionessa olimpica. “Vorrei essere come lei”, dice Pamela.
La sua città, Bologna, la sostiene in questa importante sfida. “Ho una città che mi sta sostenendo in tutto”, dice Pamela. “Il Comune ha messo a disposizione l’impianto, gli sponsor.”
Una riflessione sul caso Carini e Khelif
Pamela ha seguito con attenzione il caso di Imane Khelif e Angela Carini ai Giochi di Parigi. “Non c’è stato sport, hanno vinto le pressioni fatte dall’esterno”, dice Pamela. “Che hanno condizionato l’atleta. Carini è una bravissima pugile, e mi dispiace che quell’episodio possa aver compromesso tutto. Non so se riuscirà a tornare sul ring serena. Quanto a Imane sono felice che abbia fatto vedere il suo pugilato e a prendersi la medaglia che meritava. Diciamo però che è stata un’occasione mancata in generale.”
Una storia di integrazione e successo
La storia di Pamela Malvina Noutcho Sawa è un esempio di come l’integrazione e la determinazione possano portare al successo. La sua esperienza personale dimostra che con impegno e passione si possono superare gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi, sia nel lavoro che nello sport. La sua storia è un messaggio di speranza e di ispirazione per tutti coloro che si trovano ad affrontare sfide simili.