Il rinvio della conferenza stampa e i nodi da sciogliere
L’annunciata conferenza stampa della premier Giorgia Meloni per illustrare la manovra finanziaria è stata rinviata. La motivazione ufficiale è l’assenza del vicepremier Antonio Tajani per una riunione del G7, ma secondo diversi esponenti della maggioranza la scelta è legata anche all’allungamento dei tempi per l’approvazione della legge di bilancio in Parlamento. I tecnici sono ancora al lavoro per mettere a punto gli ultimi dettagli, tra cui la formulazione della norma sul contributo degli istituti bancari, che dovrebbe prevedere un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) del valore di tre miliardi. La valutazione che, in assenza della manovra e a fronte del duro scontro con le toghe, il tema del contributo bancario avrebbe potuto monopolizzare l’appuntamento, potrebbe aver contribuito al rinvio.
Il futuro del concordato biennale
Il concordato biennale, l’asso su cui il governo punta per provare ad allargare il raggio d’azione della manovra, procede al ralenti. Questo getta incertezza non solo sul potenziale impatto del taglio dell’Irpef ai ceti medi, ma anche sulla possibilità di accontentare gli appetiti emersi nella maggioranza. Al ministero dell’Economia vige la cautela, anche perché la priorità ora è la rifinitura del testo. “La stanno continuando a mettere a posto”, dice il sottosegretario all’Economia Federico Freni, ricordando che dietro la legge di bilancio c’è tutto il lavoro sulle tabelle, che richiede tempo.
Le modifiche in vista e le polemiche sul Superbonus e sulla sanità
Intanto, si ragiona sulle modifiche da apportare al testo in Parlamento. Quella sui bitcoin è già sicura, con la Lega impegnata a cambiare la tassa che è “aumentata”. Nel mirino c’è anche la stretta sul tetto agli stipendi dei manager di enti pubblici e privati che ricevono contributi dello Stato, su cui molti potenziali obiettivi avrebbero già mostrato disappunto. La misura dovrebbe essere confermata in manovra, ma non è ancora chiaro con quale perimetro. Confedilizia esprime preoccupazione per gli “annunciati tagli e complicazioni che renderanno in molti casi inutilizzabile un sistema di incentivi fiscali che era in essere da più di un quarto di secolo”. Gli ultimi dati dell’Enea sul Superbonus confermano il trend di crescita delle detrazioni per lavori conclusi, con gli oneri per lo Stato al 30 settembre che superano i 123 miliardi. Non si spegne intanto la polemica sulle risorse alla sanità. “Sono completamente false le mistificazioni” di chi parla di “tagli sulla sanità”, dice il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Al fondo sanitario nazionale arriveranno altri “2,3 miliardi, forse anche qualcosa in più”, chiarisce Freni.
Il nodo del concordato biennale e le prospettive future
Crescono invece le incertezze intorno al concordato biennale, con il termine del 31 ottobre che si avvicina. Un sondaggio del Sole 24 Ore tra i lettori che operano nell’area fisco-lavoro, svela che secondo 9 professionisti su 10 per ora ha aderito una percentuale non superiore al 10% dei propri clienti. “E’ un flop totale”, attacca il M5s. Ma al Mef si professa cautela, anche perché i dati potrebbero arrivare non prima di metà novembre. “Prima vediamo quanto arriva, poi ci sediamo al tavolo tutti insieme, come fa una coalizione, e decidiamo cosa farci”, dice Freni.
Un’analisi attenta e ponderata
La manovra finanziaria è un tema complesso e delicato, che richiede un’analisi attenta e ponderata. Il rinvio della conferenza stampa della premier Meloni evidenzia le difficoltà che il governo sta incontrando nell’approvare la legge di bilancio, con diversi nodi ancora da sciogliere. Il concordato biennale, il Superbonus e le risorse per la sanità sono solo alcuni dei temi che stanno alimentando le polemiche. Sarà interessante osservare come il governo affronterà queste sfide e quali saranno le conseguenze per il paese.