La bocciatura dei centri di permanenza e rimpatrio in Albania
Il piano del governo Meloni di utilizzare l’Albania come centro di permanenza e rimpatrio per i migranti ha subito un duro colpo con la decisione del tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di dodici migranti egiziani e bengalesi nel centro di Gjader. I giudici hanno ritenuto che l’Albania non possa essere considerata un “Paese sicuro” e che i migranti abbiano diritto ad essere condotti in Italia. I dodici migranti sono stati quindi rimpatriati in Italia e trasferiti in un centro per richiedenti asilo a Bari.
La decisione ha scatenato la rabbia dell’Esecutivo, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha definito la sentenza “pregiudiziale” e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha annunciato “una battaglia” all’interno dei meccanismi giudiziari. Il governo ha annunciato ricorsi fino alla Cassazione e un Consiglio dei Ministri per rivedere le procedure di asilo, con l’obiettivo di velocizzare i tempi delle risposte da parte dell’Italia.
Il governo intende comunque “andare avanti” con il piano di utilizzare l’Albania come centro di permanenza e rimpatrio, sostenendo che l’accordo con l’Albania è un modello che verrà assimilato nel diritto europeo. Il ministro Piantedosi ha affermato che l’Italia sta realizzando un’iniziativa che “verrà assimilata nel diritto europeo”, mentre il primo ministro francese Barnier ha espresso dubbi sulla trasferibilità del modello albanese in Francia.
L’opposizione ha criticato l’accordo con l’Albania, definendolo “fuorilegge” e “un’intesa che viola il diritto internazionale”. Il Pd ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Europea per chiedere se sarà avviata una procedura di infrazione.
I migranti, che erano stati trasferiti in Albania solo mercoledì scorso, hanno espresso la loro gioia per il ritorno in Italia. “Siamo felici di essere trasferiti domani in Italia. Sentire al telefono le nostre famiglie domani sarà la prima cosa che faremo”, hanno detto i migranti alla deputata del Pd, Rachele Scarpa, che li ha visitati nel centro di Gjader.
I migranti hanno ancora la possibilità di fare ricorso entro quattordici giorni per poter chiedere nuovamente che gli venga riconosciuto lo status di richiedente asilo. “Erano raggianti e sorridenti alla notizia del loro arrivo in Italia. Gli abbiamo spiegato che adesso non è del tutto finita e fornito qualche elemento in modo che potessero avere accesso libero ad un’adeguata assistenza legale. Controlleremo che le cose vadano per il verso giusto anche in Italia e loro ci hanno ringraziati”, ha riferito Scarpa.
Le reazioni del governo e dell’opposizione
La decisione del tribunale ha scatenato una reazione immediata da parte del governo, che ha definito la sentenza “pregiudiziale” e ha annunciato ricorsi fino alla Cassazione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso la sua convinzione che l’accordo con l’Albania è un modello che “verrà assimilato nel diritto europeo”, mentre il vice premier Antonio Tajani ha affermato che “il potere giudiziario deve applicare le leggi, non modificarle o impedire all’esecutivo di poter fare il proprio lavoro”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è detto “molto, molto stupito” dalla decisione del tribunale.
L’opposizione ha criticato l’accordo con l’Albania, definendolo “fuorilegge” e “un’intesa che viola il diritto internazionale”. Il Pd ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Europea per chiedere se sarà avviata una procedura di infrazione. La segretaria dem Elly Schlein ha accusato il governo di aver “buttato 800 milioni” per un accordo che non sta in piedi.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto alle critiche dell’opposizione, accusando i partiti di opposizione di “sollecitare l’Europa a sanzionare la propria nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo”.
Il dibattito politico si è acceso anche sui social media, con Fratelli d’Italia che ha pubblicato un’immagine che allude alle ‘toghe rosse’ e il Pd che ha accusato il governo di “un danno erariale”.
La decisione del tribunale ha sollevato un’ondata di critiche e polemiche, con il governo e l’opposizione che si sono confrontati su un tema delicato come la gestione dei flussi migratori.
Considerazioni personali
La decisione del tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti nel centro di Gjader in Albania solleva diverse questioni di natura giuridica e politica. Da un lato, è comprensibile la posizione del governo Meloni, che cerca di trovare soluzioni efficaci per gestire i flussi migratori. Dall’altro lato, è importante garantire il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. La questione dei “Paesi sicuri” è complessa e richiede un’analisi attenta e ponderata. La soluzione migliore potrebbe essere quella di collaborare con i Paesi di origine e di transito per creare un sistema di accoglienza e di protezione più efficiente e rispettoso dei diritti umani.