Il metodo Mastroianni: Pazienza e disponibilità
Chiara Mastroianni ha svelato che il padre non aveva un metodo di recitazione preciso, ma si affidava a due elementi fondamentali: la disponibilità totale nei confronti del regista e una grande pazienza. “L’importante era essere disponibili per il regista e avere molta pazienza”, ha spiegato Chiara, citando le parole del padre. “Questo è un lavoro di pazienza, diceva sempre, ‘bisogna sempre aspettare, la prossima scena, il prossimo film…'”.
La mascolinità di Marcello Mastroianni
Chiara ha sottolineato la modernità del padre in un’epoca in cui la mascolinità era definita in modo rigido. “La sua modernità in un’epoca in cui contava solo il maschio-maschio è stata quella di portare avanti un’altra natura, un’altra mascolinità”, ha detto. “Nei primi film era addirittura doppiato perché la sua voce era considerata troppo poco virile. Era comunque un attore che poi, in un’epoca non certo facile, ha fatto l’omosessuale o l’uomo incinto come nel film Jacques Demy. Insomma altro che latin-lover, la cosa che odiava di più sentirsi dire”.
La vita da set: La vera casa di Marcello
Il set cinematografico era per Marcello Mastroianni un luogo di sicurezza e tranquillità. “Era la sua vera casa, dove si sentiva al sicuro”, ha raccontato Chiara. “In vacanza si annoiava, non prendeva il sole, non faceva bagno, era sempre nervoso”.
Telefono e menzogne: Un alibi per la vita sentimentale
Marcello Mastroianni era un grande appassionato di telefono, tanto da comprare sacchetti di gettoni per le sue frequenti chiamate. “Amava il telefono, gli piaceva comprare sacchetti di gettoni perché telefonava sempre”, ha rivelato Chiara. “A me anche tre, quattro volte al giorno. Mi chiamava anche per avere una copertura per la sua vita sentimentale complicata. Che tempo fa a Parigi? Piove? Lo faceva per crearsi un alibi. Mi diceva sempre, solo un po’ scocciato: purtroppo bisogna mentire, mentire, sempre mentire anche se è complicato”.
Indolenza e malinconia: Un’anima complessa
Chiara ha descritto il padre come un uomo indolente, ma anche malinconico. “Era una specie di grasso che lo proteggeva perché pensava che fosse abbastanza non fare troppo, ma era abitato anche da una certa malinconia che il cinema ha aiutato a stemperare”, ha detto. “C’era poi in lui l’inquietudine per quello che era successo a mio nonno che aveva una piccola falegnameria, una cosa modesta. Poi arrivò Mussolini, lui non prese la tessera perché era antifascista e perse tutto il poco che aveva. Una cosa questa che mio padre raccontava sempre specialmente nei suoi ultimi anni”.
Sophia Loren: Un mito svelato
Chiara ha raccontato del suo incontro con Sophia Loren sul set di “Prêt-à-Porter”, un’esperienza che le ha fatto scoprire un lato inedito dell’attrice. “Prima di incontrarla la prima volta la consideravo un mito”, ha detto Chiara. “Quando poi l’ho conosciuta sul set di Prêt-à-Porter, ho scoperto che era molto simpatica, totalmente diversa da come uno se la poteva immaginare, una che mangia la pasta, ride e scherza. Con mio padre erano una coppia incredibile”.
Federico Fellini: Un amico di famiglia
Chiara ha ricordato la sua esperienza sul set de “La città delle donne”, dove ha conosciuto Federico Fellini. “Sono stata molto piccola sul set de La città delle donne e per me è sempre stato un amico di mio padre, uno che lavorava con lui, solo dopo ho capito il genio che era”, ha raccontato. “Allora più che altro ero impressionato da Cinecittà, per me era la città dei balocchi, dei sogni, Fellini aveva un piccolo appartamento sopra lo studio 5 e lì Ettore Scola a volte cucinava la pasta per tutti. Al bar di Cinecittà trovavi di tutto, uno vestito da nazista a un antico romano a prendere il caffè insieme”.
Vigliaccheria: Un’ammissione ironica
Chiara ha concluso il suo racconto con un’ammissione ironica del padre. “Si è vero, mio padre stesso si definiva un vigliacco”, ha detto. “Uno che ti chiede il meteo di Parigi per poter mentire, come vuoi chiamarlo? Ma la cosa bella era che se lo diceva da solo”.
Un ritratto intimo e sincero
La testimonianza di Chiara Mastroianni offre uno sguardo intimo e sincero sulla figura del padre, svelando aspetti inediti della sua personalità e del suo modo di vivere. Attraverso i suoi aneddoti, emerge un ritratto di un uomo complesso, ironico e profondamente legato al mondo del cinema, che ha saputo lasciare un segno indelebile nella storia del cinema italiano.