La decadenza della cultura occidentale
Lo scrittore spagnolo Arturo Perez Reverte, autore di best seller tradotti in 50 lingue e con 27 milioni di libri venduti, esprime la sua preoccupazione per la decadenza della cultura occidentale, paragonandola a un impero in declino. In un’intervista con la stampa estera a Madrid, Reverte afferma che il XX secolo, con tutti i suoi orrori, ha visto la nascita di intellettuali lucidi e influenti, capaci di costruire un’Europa brillante. Tuttavia, secondo lui, quel secolo è finito e oggi è difficile trovare figure intellettuali di pari livello.
“Non mi sono mai considerato un’intellettuale, sono solo un reporter che racconta storie”, afferma Reverte, evidenziando la sua convinzione che l’Occidente stia vivendo le conseguenze della demolizione generale della sua cultura.
“La isla de la mujer dormida”: un viaggio nel passato
L’occasione dell’intervista è l’uscita nei paesi ispanici del suo ultimo romanzo, “La isla de la mujer dormida”, in cui l’accademico della lingua, testimone di molti conflitti come reporter di guerra, fonde le sue passioni e ossessioni. La storia è ambientata nel Mediterraneo, in un’isola dell’Egeo, nel 1937, con la guerra civile spagnola sullo sfondo.
Il protagonista, un giovane ufficiale della marina mercantile, riceve l’ordine di affondare le navi che salpano dall’Unione Sovietica per portare armi e aiuti alla Repubblica spagnola. In un triangolo amoroso, si intrecciano le storie di Miguel Jordan Kyriazis, Lena, un’ex modella di origini russe, e la spia repubblicana.
Una critica alla società contemporanea
Reverte critica la società contemporanea, che secondo lui sta “demolendo tutto quello che ci da’ certezza, solidarietà e storia comune”. “Stiamo assassinando Voltaire, Montagne, Rousseau, Cervantes, Galdos, li stiamo sterminando”, afferma, accusando la società di formare generazioni di giovani carenti dello spirito critico necessario per difendersi dalle menzogne e dalle canagliate.
Reverte ritiene che la crisi politica in Spagna e in Europa sia un problema di educazione e di cultura, e che la mancanza di un’identità culturale comune stia portando alla decadenza dell’Occidente.
Un’eredità letteraria
L’autore, cresciuto in un ambiente ricco di libri e influenzato da scrittori come Somerset Maugham, Stevenson, Hemingway, Conrad, Irving Wallace e Stefan Zweig, si definisce un “reporter che racconta storie” e non un intellettuale. L’esperienza come inviato di guerra in molti paesi gli ha fornito la “freddezza e la lucidità dello sguardo” per non avere risposte facili e per diffidare da ogni fede.
Un appello alla riflessione
Le parole di Arturo Perez Reverte ci invitano a riflettere sul ruolo della cultura nella società contemporanea. La sua critica alla decadenza della cultura occidentale, alla mancanza di intellettuali influenti e alla perdita di un’identità culturale comune, è un monito per tutti noi. Dobbiamo interrogarci sul valore della conoscenza, sull’importanza del pensiero critico e sulla necessità di preservare la nostra eredità culturale.