Operazione anti-razzismo: perquisizioni in tutta Italia
La Polizia di Stato di Milano ha condotto un’importante operazione anti-razzismo in tutta Italia, eseguendo perquisizioni delegate dalla Procura dei Minorenni e da quella del Tribunale Ordinario. L’indagine, che ha portato all’esecuzione di queste misure, si focalizza sull’incitamento alla violenza per motivi razziali.
Le perquisizioni hanno riguardato dieci minorenni e due maggiorenni, tutti indagati per il reato di cui all’art. 604 bis c.p. (Propaganda e Istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa).
Sequestro di armi, oggetti contundenti e simboli nazi-fascisti
Durante le perquisizioni, la polizia ha sequestrato una serie di oggetti che suggeriscono la presenza di un’ideologia di matrice nazi-fascista e suprematista. Tra gli oggetti sequestrati figurano repliche di armi lunghe e pistole, anche prive del tappo rosso, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli riferibili al nazi-fascismo e al suprematismo.
Il sequestro di questi oggetti evidenzia la pericolosità del gruppo indagato e la necessità di contrastare con fermezza ogni forma di incitamento alla violenza e alla discriminazione.
L’indagine nasce da un arresto per aggressioni e tentati furti
L’indagine che ha portato a queste perquisizioni è nata da un arresto avvenuto il 19 marzo scorso. Un minore di origini ucraine è stato arrestato per aver compiuto diverse aggressioni sulla linea “M2 verde” nei confronti di extra-comunitari e tentati furti a bordo di alcune auto in sosta.
Il minore, che si è autoproclamato nazi-fascista, in più occasioni, prima di compiere le azioni criminose, mostrava la svastica tatuata sul petto ed esaltava il regime fascista esclamando “i fascisti sono tornati”.
Questo episodio ha evidenziato la pericolosità del fenomeno dell’incitamento alla violenza per motivi razziali e la necessità di un’azione incisiva da parte delle forze dell’ordine.
Rete di incitamento alla violenza online
Gli agenti della Digos di Milano, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno ricostruito una rete in ambito nazionale, composta per lo più da minorenni che, con chat di messaggistica istantanea, incitavano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
L’utilizzo di chat di messaggistica istantanea per diffondere messaggi di odio e incitamento alla violenza rappresenta una sfida crescente per le forze dell’ordine, che devono essere in grado di monitorare e contrastare questo fenomeno con efficacia.
La lotta contro l’incitamento alla violenza: un impegno costante
Questo blitz contro l’incitamento alla violenza per motivi razziali rappresenta un passo importante nella lotta contro un fenomeno che minaccia la coesione sociale e la sicurezza delle nostre città. La collaborazione tra le forze dell’ordine e la magistratura è fondamentale per contrastare efficacemente questo tipo di crimini. È necessario un impegno costante per educare le giovani generazioni al rispetto delle diversità e per promuovere una cultura di pace e di inclusione.