Unifil e la de-escalation
La premier italiana Giorgia Meloni ha concluso una missione in Giordania e Libano, durante la quale ha ribadito la necessità di rafforzare la missione Unifil e di un impegno da parte israeliana per la de-escalation nel conflitto tra Israele e Hamas.
Meloni ha sottolineato che “la missione Unifil va rafforzata mantenendo la sua imparzialità”, perché “solo così si potrà voltare pagina”. L’Italia “sarà pronta a fare la propria parte” se le verrà chiesto di aumentare il proprio contingente.
La premier ha inoltre affermato che quello che serve ora per la de-escalation è “uno sforzo da parte israeliana”.
La proposta di cessate il fuoco
La missione di Meloni segue l’adesione del Libano alla proposta di cessate il fuoco per 21 giorni avanzata un mese fa da Usa, Ue e tre Paesi arabi. La premier ha annunciato che una delle sue prime telefonate sarà proprio a Benjamin Netanyahu, al quale ribadirà che, dopo la scomparsa del leader di Hamas Yahya Sinwar, “può offrire la finestra per una stagione nuova, una finestra che deve essere colta da parte israeliana”.
Il ruolo del Libano
Meloni ha incontrato il primo ministro uscente Najib Mikati e il presidente dell’Assemblea nazionale del Libano Nabih Berri, esponente di Amal, formazione politica vicina a Hezbollah.
La premier ha sottolineato l’importanza del ruolo del Libano nella mediazione, affermando che “non abbiamo altre armi se non la diplomazia”.
Meloni ha ottenuto l’impegno da parte dei vertici libanesi a garantire la sicurezza dei contingenti internazionali, e ha promesso di rafforzare la capacità delle forze armate di Beirut.
La premier ha inoltre affermato che “a sud del fiume Litani non deve esserci altra presenza militare se non quella di Unifil e Lebanese Armed Forces”.
La diplomazia e il futuro del Libano
Meloni ha sottolineato l’importanza della diplomazia e il ruolo cruciale del Libano nella mediazione. La premier ha incontrato il primo ministro uscente Najib Mikati, che ha implicitamente preso le distanze da Hezbollah affermando che “il futuro” del suo Paese risiede “nella dissociazione dai conflitti che sono intorno”.
Mikati ha indicato come priorità fermare gli attacchi di Israele ai civili e la distruzione delle cittadine e delle località libanesi nel sud del Libano.
La sicurezza dei contingenti internazionali
Meloni ha ribadito che sono “inaccettabili” gli attacchi a Unifil e ha spiegato di dare “per scontato” che non si ripetano. La premier ha ottenuto l’impegno da parte degli interlocutori libanesi a garantire la sicurezza dei contingenti internazionali, anche perché “Unifil e Mibil saranno necessari in ogni scenario post-conflitto”.
Il ruolo dell’esercito libanese
Meloni ha promesso di rafforzare la capacità delle forze armate di Beirut, tema al centro anche del G7 Difesa in corso a Napoli. Mettere in condizione l’esercito libanese di controllare il territorio è considerata una condizione per tenere i guerriglieri di Hezbollah lontani dal confine.
Il futuro del Libano
Meloni ha assicurato di non voler interferire negli affari interni del Libano, ma ha sottolineato che “il Libano soffre, e avere istituzioni funzionanti è la chiave per poter difendere i propri interessi”.
Un’opportunità per la pace?
La missione di Meloni in Giordania e Libano rappresenta un tentativo di mediazione in un conflitto complesso e delicato. La premier ha ribadito l’importanza della diplomazia e il ruolo cruciale del Libano nella mediazione. La scomparsa del leader di Hamas Yahya Sinwar potrebbe rappresentare un’opportunità per la de-escalation, ma è fondamentale che Israele colga questa finestra per una nuova stagione di pace. Il rafforzamento di Unifil e la capacità dell’esercito libanese di controllare il territorio sono elementi chiave per la stabilità della regione.