L’inquietante scoperta
Il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone ha espresso la sua preoccupazione e curiosità in merito alla scoperta che l’hacker Carmelo Miano possedeva la sua password, oltre a quelle di altri 45 magistrati inquirenti. In una breve dichiarazione all’ANSA, Cantone ha definito la notizia come “incuriosente e inquietante”.
Questa scoperta aggiunge un ulteriore tassello al complesso quadro investigativo che coinvolge Miano, accusato di aver violato i sistemi informatici della Direzione nazionale antimafia (Dna). La notizia ha suscitato un’ondata di preoccupazione tra i magistrati coinvolti, sollevando dubbi sulla sicurezza dei dati e sull’entità della violazione.
L’indagine in corso
L’indagine sugli accessi abusivi alle banche dati della Dna, coordinata da Cantone, è ancora in corso. Il procuratore ha sottolineato che il procedimento non è ancora concluso, indicando che le indagini sono in fase avanzata e che si attendono ulteriori sviluppi. Un punto cruciale è previsto nelle prossime settimane, quando il tribunale del riesame si pronuncerà sul ricorso della Procura contro la decisione del gip di negare gli arresti domiciliari per il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano e l’ex magistrato della Dna Antonio Laudati.
Il ricorso della Procura mira a ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari per i due indagati, ritenuti coinvolti nell’inchiesta sulla violazione dei sistemi informatici della Dna. La decisione del tribunale del riesame avrà un impatto significativo sul corso delle indagini, potenzialmente portando a nuove misure cautelari o a un’ulteriore approfondimento delle indagini.
L’ombra del dubbio
La scoperta della password di Cantone tra i dati in possesso di Miano solleva seri interrogativi sulla sicurezza dei sistemi informatici della Dna e sull’entità della violazione. La preoccupazione è comprensibile, soprattutto in considerazione del ruolo cruciale della Dna nella lotta alla criminalità organizzata. È fondamentale che le indagini proseguano con la massima attenzione e determinazione per accertare la portata della violazione e per garantire la sicurezza dei dati sensibili. La fiducia nell’operato della giustizia è un pilastro fondamentale per una società democratica, e la sicurezza dei dati sensibili è un elemento imprescindibile per preservare questa fiducia.