Ordine di rimozione del decreto
Un tribunale dello Stato di Veracruz ha emesso un ordine perentorio alla presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, e al direttore della Gazzetta Ufficiale della Federazione, Alejandro López, affinché rimuovano entro 24 ore la pubblicazione del decreto che convalida la riforma giudiziaria. La decisione è stata presa dalla giudice Nancy Juárez Salas, che ha stabilito che le autorità non hanno rispettato una sospensione emessa il 12 settembre, continuando a promulgare la dichiarazione di riforma costituzionale relativa alla magistratura federale nonostante la notifica del 13 settembre. La giudice ha sottolineato che la mancata osservanza della sospensione costituisce una violazione delle leggi messicane.
Possibili conseguenze per la mancata osservanza
Il testo del provvedimento giudiziario specifica che se la decisione non verrà rispettata, “ne verrà data notifica al Pubblico Ministero”. Le leggi messicane prevedono una pena da tre a nove anni di reclusione e l’interdizione da tre a nove anni dall’esercizio di un altro ufficio o impiego pubblico per chi si renda responsabile di tale violazione.
Contesto della riforma giudiziaria
La riforma giudiziaria in questione mira a modificare la struttura e il funzionamento della magistratura federale in Messico. La sua implementazione ha suscitato diverse controversie, con alcuni che sostengono che la riforma sia necessaria per migliorare l’indipendenza e l’efficienza del sistema giudiziario, mentre altri criticano la sua potenziale influenza sull’indipendenza dei giudici e sulle garanzie di un processo equo.
Implicazioni della decisione del tribunale
La decisione del tribunale dello Stato di Veracruz rappresenta un importante sviluppo nel contesto della riforma giudiziaria in Messico. Se la presidente Sheinbaum e il direttore della Gazzetta Ufficiale non si conformeranno all’ordine, potrebbero affrontare gravi conseguenze legali. La questione solleva anche interrogativi sull’indipendenza del potere giudiziario in Messico e sulla sua capacità di controllare l’operato del potere esecutivo.