Un’ombra che si allunga: l’economia illegale in Italia nel 2022
Secondo i dati Istat, l’economia illegale in Italia ha continuato la sua crescita nel 2022, raggiungendo un valore aggiunto di 19,8 miliardi di euro, pari all’1,1% del totale. Questo rappresenta un incremento di 1,2 miliardi rispetto al 2021, con una dinamica positiva che si è accelerata rispetto all’anno precedente. I consumi finali di beni e servizi illegali sono cresciuti di 1,6 miliardi di euro, arrivando a 22,8 miliardi, pari all’1,9% della spesa complessiva per consumi finali.
L’aumento dei consumi finali è stato principalmente determinato da un aggiornamento dell’indagine Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs), che ha segnalato un aumento delle prevalenze di utilizzo di eroina nel 2022.
Se si considera il periodo 2019-2022, le attività illegali hanno mostrato un aumento di 0,2 miliardi in termini di valore aggiunto e di 0,6 miliardi in termini di spesa per consumi finali, con una crescita media annua, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,8%. Questo ha portato nel 2022 il valore complessivo dell’economia illegale al di sopra dei livelli pre-pandemia.
Il traffico di stupefacenti: il motore della crescita
Il principale motore della crescita delle attività illegali nel 2022 è stato il traffico di stupefacenti. Il valore aggiunto di questo settore ha raggiunto 15,1 miliardi di euro, con un aumento di 1 miliardo rispetto al 2021. La spesa per consumi finali si è attestata a 17,2 miliardi di euro, con un incremento di 1,3 miliardi.
Anche la prostituzione ha registrato una crescita nel 2022, con un aumento del valore aggiunto e dei consumi finali, rispettivamente, del 4,3% e del 4,0%. Il valore aggiunto del settore si è attestato a 4,0 miliardi di euro, mentre i consumi finali hanno raggiunto 4,7 miliardi di euro.
Il contrabbando di sigarette: un’attività marginale
Il contrabbando di sigarette, invece, rimane un’attività marginale nell’economia illegale italiana. Nel 2022, ha rappresentato una quota del 3,4% del valore aggiunto complessivo (0,7 miliardi di euro) e del 3,6% dei consumi delle famiglie (0,8 miliardi di euro).
L’indotto connesso alle attività illegali, principalmente riconducibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, è passato da un valore aggiunto di 1,4 miliardi di euro nel 2019 a 1,6 miliardi di euro nel 2022.
Un problema complesso che richiede un approccio multiforme
L’aumento dell’economia illegale in Italia è un problema complesso che richiede un approccio multiforme. Non basta solo contrastare il crimine organizzato, ma è necessario anche affrontare le cause profonde che spingono le persone a rivolgersi al mercato illegale. Questo significa investire in politiche sociali che promuovano l’inclusione e l’occupazione, contrastando la povertà e la disuguaglianza. È importante anche migliorare la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni economiche, per rendere più difficile l’operatività delle organizzazioni criminali. Solo con un approccio integrato che coinvolge le istituzioni, la società civile e i cittadini, si può sperare di contrastare efficacemente l’economia illegale e di costruire un futuro più sicuro e prospero per tutti.