Cabello: “L’unica trattativa è la resa”
Il ministro degli Interni del Venezuela e numero due del chavismo, Diosdado Cabello, ha categoricamente escluso la possibilità di un dialogo con l’opposizione guidata da María Corina Machado. In un’affermazione che ha suscitato forti preoccupazioni, Cabello ha dichiarato che l’unica trattativa possibile è la resa dei “terroristi e fascisti”, minacciando di ricercarli in caso contrario. Queste parole sono state pronunciate durante il suo programma televisivo settimanale ‘Con el Mazo Dando’, noto per il suo tono aggressivo e la sua retorica infuocata.
La richiesta di dialogo da parte della comunità internazionale
La posizione di Cabello si contrappone nettamente alle richieste di dialogo provenienti da diversi governi, tra cui Stati Uniti, Brasile, Colombia e Spagna, nonché dall’Unione europea. Anche partiti politici, la Chiesa cattolica e le Nazioni Unite hanno sollecitato l’apertura di un tavolo di confronto tra chavismo e opposizione, con l’obiettivo di avviare una transizione politica verso la democrazia in Venezuela.
L’ala radicale del chavismo e la chiusura al dialogo
Le parole di Cabello, considerato uno dei leader più estremisti del chavismo, sembrano confermare la chiusura di questa fazione al dialogo con l’opposizione. La sua dichiarazione alimenta le preoccupazioni per la situazione politica in Venezuela, dove la crisi economica e sociale si acuisce e le tensioni tra governo e opposizione si intensificano.
Un segnale preoccupante per il futuro del Venezuela
La dichiarazione di Cabello rappresenta un segnale preoccupante per il futuro del Venezuela. La sua intransigenza e la sua minaccia di ricercare i membri dell’opposizione rischiano di alimentare la violenza e l’instabilità politica nel paese. La comunità internazionale dovrebbe intensificare i suoi sforzi per promuovere un dialogo costruttivo tra le parti, al fine di trovare una soluzione pacifica e democratica alla crisi.