Poste Italiane: record storico per le azioni, ma il Tesoro frena sul collocamento
Le azioni di Poste Italiane hanno chiuso la giornata di contrattazioni in Borsa segnando un nuovo record storico, con un rialzo del 3% che ha portato il valore delle azioni a 13,375 euro, con un picco intraday a 13,455 euro. In un anno, il valore delle azioni è aumentato di circa il 35%.
Nonostante questo trend positivo, il Tesoro ha deciso di sospendere l’iter per il collocamento sul mercato di una ulteriore quota di azioni. Il procedimento per l’approvazione del prospetto era già stato avviato presso la Consob, ma ora sono nuovamente sotto esame “tempi e modalità” dell’offerta.
Per motivi tecnici, l’offerta dovrebbe slittare almeno alla seconda metà di novembre. Il prossimo cda di Poste Italiane, previsto per il 6 novembre, sarà dedicato all’approvazione dei risultati dei primi 9 mesi dell’anno.
Il nodo sembra essere più sulle modalità dell’offerta che non sui tempi, considerando che le condizioni di mercato appaiono favorevoli.
Il nodo delle modalità
Il Tesoro ha deciso di sospendere l’iter per il collocamento di nuove azioni di Poste Italiane, con il nodo che sembra essere sulle modalità dell’offerta piuttosto che sui tempi. Le condizioni di mercato appaiono infatti favorevoli, con le azioni che hanno raggiunto un nuovo record storico in Borsa.
Il prossimo cda di Poste Italiane, previsto per il 6 novembre, sarà dedicato all’approvazione dei risultati dei primi 9 mesi dell’anno. L’offerta dovrebbe quindi slittare almeno alla seconda metà di novembre.
La decisione del Tesoro di sospendere l’iter potrebbe essere dovuta alla volontà di valutare attentamente le modalità di collocamento delle azioni, in modo da massimizzare il valore dell’operazione per lo Stato.
Un’occasione persa per il Tesoro?
La decisione del Tesoro di sospendere l’iter per il collocamento di nuove azioni di Poste Italiane potrebbe essere vista come un’occasione persa. Le condizioni di mercato appaiono infatti favorevoli, con le azioni che hanno raggiunto un nuovo record storico in Borsa.
Slittare l’offerta alla seconda metà di novembre potrebbe significare perdere l’opportunità di capitalizzare l’attuale trend positivo del titolo. Inoltre, il ritardo potrebbe creare incertezza sul mercato e influenzare negativamente il valore delle azioni.