Minacce online e vigilanza dinamica
La famiglia di Daniele Rezza, il 19enne reo confesso dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua, sarebbe stata vittima di minacce online. Secondo indiscrezioni, alcuni profili social della famiglia sono stati bersaglio di messaggi intimidatori. In risposta a questa situazione, i Carabinieri hanno attivato una vigilanza dinamica, intensificando i controlli nella zona e prestando particolare attenzione alla sicurezza della famiglia.
Il provvedimento, ufficialmente motivato da valutazioni di ordine pubblico in relazione alla sovraesposizione mediatica della famiglia, sarebbe stato influenzato anche da una serie di commenti insultanti e anonimi rivolti al padre di Rezza. In particolare, la madre della vittima ha pubblicamente condannato l’atteggiamento collaborativo del padre di Rezza, che, secondo le indagini, lo avrebbe accompagnato alla stazione per prendere il treno che lo avrebbe portato all’estero in un tentativo di fuga.
La reazione della comunità
La comunità di Rozzano si è divisa tra condanna e rabbia. Molti residenti hanno espresso la loro disapprovazione per l’omicidio, definendolo un gesto inaccettabile. “Rozzano non perdona questi gesti”, ha detto un residente delle case popolari. “Ci si prende tra persone di strada, ma non si ammazza un ragazzo per bene”.
Altri, invece, hanno criticato l’atteggiamento del padre di Rezza, accusandolo di aver contribuito alla fuga del figlio. “La mala ha le sue regole”, ha detto un avventore in un bar. “Se fossi in lui me ne starei alla larga per un po’”.
C’è chi ha anche espresso un’opinione più controversa, sottolineando una presunta discriminazione nel trattamento mediatico del caso. “Se a ucciderlo fosse stato un extracomunitario, uno dei tanti che spacciano, ieri sera non ci sarebbe stata una fiaccolata, ma una caccia all’uomo”, ha detto una donna in viale Romagna, la strada dove è stato aggredito Manuel.
Riflessioni sull’accaduto
L’omicidio di Manuel Mastrapasqua e le reazioni che ne sono seguite mettono in luce la complessità del fenomeno della violenza urbana. La comunità di Rozzano è divisa tra dolore per la vittima e rabbia per l’assassino, ma anche tra la condanna del crimine e la critica al comportamento dei familiari del colpevole. Questo caso ci ricorda l’importanza di affrontare il problema della violenza con un approccio multidisciplinare, che tenga conto delle diverse sfaccettature del fenomeno e che coinvolga le istituzioni, la società civile e le famiglie.