Protesta degli artisti contro l’uso politico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Un gruppo di curatori, artisti, docenti e operatori del settore dell’arte contemporanea ha inviato una lettera di protesta al Presidente della Repubblica Mattarella, denunciando l’uso politico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Gnam) di Roma. La lettera, anticipata dal quotidiano “il manifesto” e rilanciata da “Repubblica”, si schiera a difesa di alcuni dipendenti segnalati al ministero della Cultura dopo aver protestato contro la presentazione di un libro di Italo Bocchino nell’ambito del museo.
I firmatari, tra cui Bartolomeo Pietromarchi, Ida Panicelli, Cecilia Casorati, Gian Maria Tosatti, Donatella Spaziani, Adrian Paci, Cesare Pietroiusti, Maria Grazia Messina, Paola Ugolini, Barbara Martuscello, Alvin Curran, Cristina Dinello Cobianchi, Paolo Canevari e Donatella Landi, esprimono la loro indignazione per l’utilizzo di un museo pubblico di tale livello per scopi non pertinenti al campo di competenza della Gnam, da sempre dedicata alla conservazione, valorizzazione e divulgazione dell’arte.
Nella lettera, i firmatari denunciano l’uso “improprio di un’istituzione pubblica a fini politici e propagandistici” e sottolineano la loro “indignazione per l’uso di un museo pubblico di tale livello per scopi che non attengono in alcun modo al campo di competenza della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, da sempre dedicata alla conservazione, valorizzazione e divulgazione dell’arte”.
La situazione, scrivono ancora, “si è ulteriormente aggravata con l’improvvida segnalazione dei dipendenti che a pieno titolo e nel rispetto della legge, hanno dimostrato il loro dissenso criticando nel merito le scelte dell’attuale Direzione della Gnam. Segnalazione che fa emergere un clima arrogante e repressivo dell’espressione del libero pensiero”.
I firmatari chiedono che la Gnam mantenga “un profilo degno di questa istituzione, da sempre espressione di alto livello culturale” e che si ponga fine a questa “strumentalizzazione politica” del museo.
La reazione della Gnam
La Gnam, da parte sua, ha annunciato una festa per il quotidiano “Il Tempo”, di proprietà della famiglia Angelucci, in programma per il 23 ottobre. La scelta di ospitare un evento per un giornale non legato al mondo dell’arte ha suscitato ulteriori critiche da parte di alcuni operatori del settore, che vedono in questa decisione un’ulteriore conferma dell’uso politico del museo.
Considerazioni
La vicenda della Gnam solleva importanti questioni sull’autonomia e l’indipendenza delle istituzioni culturali. È fondamentale che i musei pubblici mantengano un profilo culturale degno della loro storia e della loro missione, evitando di essere strumentalizzati a fini politici o propagandistici. La libertà di espressione dei dipendenti è un valore fondamentale da tutelare, e la segnalazione al ministero di chi ha espresso dissenso è un atto che mette in discussione il clima di apertura e di dialogo che dovrebbe caratterizzare un’istituzione culturale. La Gnam è un patrimonio culturale di inestimabile valore, e la sua funzione primaria dovrebbe essere quella di promuovere e diffondere l’arte, non di servire interessi politici o economici.