La denuncia di Laura Santi
Laura Santi, giornalista perugina affetta da sclerosi multipla, ha presentato una seconda denuncia contro la Usl Umbria 1 per omissione di atti d’ufficio e violenza privata. La denuncia è stata presentata dall’Associazione Luca Coscioni, che assiste la donna nel suo percorso di accesso alla morte assistita.
La donna, ad aprile 2022, aveva richiesto all’azienda sanitaria di essere sottoposta alle verifiche previste dalla sentenza costituzionale 242 del 2019 per l’accesso alla morte assistita. A seguito di un forte peggioramento delle sue condizioni, a maggio 2023, Laura Santi si è rivolta nuovamente all’azienda sanitaria per chiedere una rivalutazione delle proprie condizioni, ma non ha ricevuto alcun riscontro.
L’Associazione Luca Coscioni sottolinea che l’azienda sanitaria non ha mai risposto alle richieste di Laura Santi, né dato alcun tipo di riscontro, nonostante due diffide, neppure sulle ragioni del ritardo.
Il percorso di Laura Santi
Il percorso di Laura Santi per accedere alla morte assistita è iniziato oltre due anni fa. La donna ha presentato diverse diffide, ricorsi in via d’urgenza e solleciti. Nel 2023, il Tribunale di Perugia ha condannato l’azienda sanitaria a fornire una relazione medica completa, comprensiva del parere del comitato etico.
La valutazione della commissione era stata negativa, ovvero secondo i medici, Laura Santi, pur possedendo tutti gli altri requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.
All’inizio del 2024, però, Laura Santi ha avuto un forte peggioramento delle proprie condizioni. Per questo motivo, la commissione medica, lo scorso 10 maggio, ha proceduto a una nuova verifica.
Laura Santi, tramite il team legale che la assiste, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ha prodotto costantemente certificati medici aggiornati, per certificare il progressivo peggioramento.
Inoltre, a giugno 2024, nel procedimento in Corte costituzionale per l’accompagnamento in Svizzera di Massimiliano, Laura Santi è stata ammessa come interveniente. La sentenza 135/2024 ha menzionato esplicitamente trattamenti di sostegno vitale come cateterismo e svuotamento intestinale.
Alla luce della sentenza, che secondo l’associazione toglie ogni possibile dubbio sulla sussistenza di un trattamento di sostegno vitale, qualificando come tale anche l’assistenza continuativa di cui Laura necessitava anche prima del peggioramento, Laura Santi ha diffidato nuovamente l’azienda sanitaria a comunicare gli esiti delle verifiche effettuate mesi prima.
Le dichiarazioni dell’Associazione Luca Coscioni
L’Associazione Luca Coscioni ritiene che cinque mesi di attesa per una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda sanitaria siano assolutamente inaccettabili.
Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione, ha affermato che questo ritardo è inaccettabile non solo perché la legge penale punisce omissioni e ritardi non giustificabili, ma soprattutto in considerazione delle condizioni di sofferenza intollerabile già certificate dalla stessa azienda sanitaria.
Il diritto alla morte assistita
La vicenda di Laura Santi evidenzia ancora una volta la complessità del tema della morte assistita in Italia. La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale ha riconosciuto il diritto di accesso alla morte assistita per i pazienti affetti da patologie irreversibili e fonte di sofferenze intollerabili, ma la sua applicazione pratica si dimostra spesso complessa e frustrante per i pazienti e i loro familiari.
È necessario che le aziende sanitarie si adoperino per garantire un accesso rapido e trasparente alla morte assistita, rispettando i diritti dei pazienti e le loro volontà. La mancanza di risposte e i ritardi nelle procedure possono causare un’ulteriore sofferenza ai pazienti e alle loro famiglie, e possono anche violare il loro diritto alla dignità e all’autodeterminazione.