L’oro olimpico e i ricordi di Parigi
Nicolò Martinenghi, il campione olimpico dei 100 rana a Parigi 2024, ricorda con emozione la sera della sua vittoria. “Come a Tokyo ricordo solo quando ho toccato la piastra – racconta il nuotatore azzurro all’ANSA -. Volevo vedere accesa una luce, una qualsiasi”. Ma a illuminarsi è stata la luce dell’oro olimpico, un’emozione così forte da cancellare quasi tutti gli altri ricordi della serata. “Il podio ad esempio nemmeno lo ricordo – continua Nicolò rivivendo la sera in cui è entrato nell’olimpo del nuoto mondiale -. Ma ci sono anche altri momenti che proprio non riesco a ricordare, forse perché le emozioni, ancora oggi, sono troppo forti. Per fortuna ci sono le immagini ad aiutare”.
La medaglia e la libertà di essere se stessi
La medaglia olimpica, secondo Martinenghi, ha un impatto inevitabile sulla vita di un atleta. “La medaglia ti cambia se tu glie lo permetti – dice l’azzurro -. Inevitabilmente quello che ti gira intorno un minimo è diverso, ma io ora mi sento più libero perché sono l’atleta che ho sempre voluto essere”.
Gli obiettivi futuri e il sogno di Los Angeles
Martinenghi non si accontenta del successo ottenuto a Parigi. “Uno sportivo non deve vivere del passato, ma pensare agli obiettivi futuri”, afferma, con Los Angeles 2028 già nel mirino. “Subito dopo aver vinto l’oro avevo già quel sassolino – spiega – Io però non ho mai lavorato per quadrienni, ma sempre per stagioni. Pormi gli obiettivi step by step mi ha sempre aiutato nella mia carriera e continuerò così. Poi è ovvio che Los Angeles chiude un quadriennio e dunque un percorso”.
Il ruolo di portabandiera e la concentrazione sugli allenamenti
Nonostante la vittoria olimpica, Martinenghi non si sente pronto per il ruolo di portabandiera. “Non ci penso, ci sono tantissimi atleti che si meritano questa bandiera più di me e poi dicono porti anche sfortuna (ride, ndr) – scherza Nicolò -. Ma di là di questo e della sfortuna, alla quale non credo, io solitamente comincio le gare il primo giorno, stare quello precedente in piedi fino a tardi sarebbe difficile e impegnativo. Inoltre non mi sento un atleta che può fare da portabandiera, dunque non mi pongo nemmeno il problema”.
La preparazione per i Mondiali di Singapore e l’esperienza all’estero
La testa di Martinenghi è già proiettata verso i prossimi obiettivi, con i Mondiali di Singapore nel 2025 in programma. “Qualche cambiamento alla preparazione lo apporterò – racconta -, è inevitabile dopo una medaglia così. Il famoso stimolo da qualche parte deve arrivare e devi metterti in gioco in modo diverso”. Per questo non esclude un’esperienza all’estero, come quella in Australia del suo collega, Thomas Ceccon. “Io sono assolutamente favorevole a questo tipo di esperienze – conclude -. Ma sono cose che le persone devono sentirsi dentro e non nego di voler provare anche io un qualcosa di simile, mi sento pronto”.
Un campione con la testa sulle spalle
Nicolò Martinenghi dimostra di essere non solo un grande atleta, ma anche un uomo con la testa sulle spalle. La sua umiltà e la sua capacità di guardare avanti, senza crogiolarsi nei successi del passato, sono un esempio per tutti gli sportivi. La sua determinazione e la sua voglia di mettersi in gioco sono un segno di grande maturità e professionalità.