Critiche alla riforma della giustizia
Il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, ha espresso forti critiche alla riforma della giustizia, durante un incontro con il giornalista Sigfrido Ranucci nell’ambito dei “Dialoghi con la magistratura”. Lombardo ha sottolineato come l’obiettivo vero della riforma non sia la separazione formale tra pubblico ministero e giudice, ma piuttosto la “rimozione del primo baluardo della giurisdizione” per l’indagato e l’imputato. “Separare le carriere significa dire al pubblico ministero ‘tu giudice non sei’,” ha affermato Lombardo, evidenziando il problema per l’utente del sistema giustizia che incontrerà il giudice molto tempo dopo rispetto a quanto accade attualmente.
Preoccupazioni per il Consiglio Superiore della Magistratura
Lombardo ha inoltre espresso preoccupazione per le modifiche previste per il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), in particolare per la modifica del rapporto tra laici e togati. “Nel momento in cui leggiamo in quei progetti che il rapporto non è più un terzo e due terzi ma è paritario, sostanzialmente per quelle che sono le regole attuali che governano il Csm, significa che la componente togata è tendenzialmente sempre in minoranza. E questo non è un messaggio corretto”, ha affermato.
Il rischio di un aumento del potere delle Procure
Secondo Lombardo, la separazione tra pm e giudice potrebbe portare a un aumento del potere delle Procure, senza un adeguato controllo da parte del giudice. “Il pm non può rischiare di trovarsi in mano un potere che non sia costantemente verificato dal contatto con il suo giudice. Questo è assolutamente indispensabile, è un punto di equilibrio al quale nessuno di noi può rinunciare”, ha sottolineato.
La necessità di un’analisi basata su dati reali
Lombardo ha infine sottolineato la necessità di un’analisi basata su dati reali per valutare l’efficacia della riforma della giustizia. “Non è immaginando un pm che fa una carriera diversa dal giudice che si arriva a rendere più efficiente il sistema giustizia. Bisognerebbe avere la correttezza di fondo di ragionare su dati specifici”, ha concluso.
Riflessioni sulla riforma della giustizia
Le parole di Lombardo sollevano importanti interrogativi sulla riforma della giustizia e sui suoi potenziali effetti. La separazione delle carriere, se non accompagnata da un’attenta analisi e da misure di salvaguardia, potrebbe portare a un’eccessiva concentrazione di potere nelle Procure, con il rischio di un’erosione del principio di equilibrio tra i poteri dello Stato. È fondamentale che la riforma sia basata su dati reali e che tenga conto delle esigenze di un sistema giudiziario efficiente e imparziale.