L’emozione di Errigo
La fiorettista azzurra Arianna Errigo, parlando della sua esperienza come portabandiera della delegazione olimpica italiana ai Giochi di Parigi 2024, ha definito la cerimonia di apertura “una giornata unica nel suo genere, un’emozione unica fuori dalla pedana”.
Errigo ha condiviso la sua esperienza al Festival dello sport di Trento, confrontando la sua esperienza con quella di altri atleti che hanno ricoperto lo stesso ruolo in passato, come Sara Simeoni (portabandiera nel 1994), Valentina Vezzali (2012), Antonio Rossi (2008) e Yuri Chechi (2004).
I criteri per la scelta dei portabandiera
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha spiegato i criteri per la scelta dei portabandiera, affermando che la scelta solitamente viene effettuata su delega della giunta del Coni.
“Io mi sono imposto un dogma: il portabandiera deve essere un vincitore di medaglia d’oro alle olimpiadi. Poi bisogna vedere se quattro anni dopo c’è ancora l’atleta e la disciplina, e non è scontato. Poi è un gioco di incastri: se prendi un uomo che fa atletica, non puoi prendere una donna che fa atletica, e bisogna vedere se quello sport è già stato rappresentato in passato”, ha spiegato Malagò.
L’importanza del ruolo del portabandiera
Il ruolo del portabandiera è di grande rilevanza, in quanto rappresenta un simbolo di orgoglio e di unità per la delegazione olimpica. La scelta di atleti di grande esperienza e successo, come Arianna Errigo e Gianmarco Tamberi, testimonia l’attenzione del Coni per la valorizzazione del talento e della leadership nello sport italiano.