Evasione dal tetto del Cpr di Gradisca d’Isonzo
Tre migranti sono riusciti a fuggire dal Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) nella notte tra sabato e domenica. L’evasione è avvenuta con un balzo dal tetto, superando le recinzioni della struttura. Altri tre migranti hanno tentato la fuga, ma non sono riusciti a evadere. L’episodio è avvenuto al culmine di alcune proteste che hanno coinvolto altri ospiti del centro.
Preoccupazioni per la sicurezza del Cpr
Il Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia (Siulp) ha espresso preoccupazione per la sicurezza del Cpr di Gradisca d’Isonzo, sollecitando la chiusura della struttura fino a quando non saranno ripristinate le condizioni minime di sicurezza e operatività. Il Siulp ha sottolineato che le fughe e le rivolte sono all’ordine del giorno nel centro.
Proposta di aumento della capienza del Cpr
Il Siulp ha criticato la proposta di aumentare la capienza del Cpr di Gradisca d’Isonzo da 80 a 129 persone, definendola una “decisione folle” e una “percezione superficiale e pericolosa della realtà”. Il sindacato ha sottolineato che l’aumento della capienza potrebbe aggravare la situazione di sicurezza e instabilità all’interno del centro.
La sicurezza dei Cpr e la gestione dei flussi migratori
L’episodio di Gradisca d’Isonzo solleva interrogativi sulla sicurezza dei Centri di permanenza per il rimpatrio in Italia. La fuga di migranti da una struttura di questo tipo evidenzia la necessità di un’attenta valutazione delle condizioni di sicurezza e di un’adeguata gestione dei flussi migratori. La proposta di aumento della capienza del Cpr, in un contesto già caratterizzato da problemi di sicurezza, appare inopportuno e rischia di aggravare la situazione. È fondamentale garantire la sicurezza di tutti, sia degli ospiti che del personale, e adottare misure efficaci per la gestione dei flussi migratori, in linea con i principi di rispetto dei diritti umani e di dignità della persona.